testo
tratto da Orizzonte Costituzione. Materiali per un laboratorio,
a cura di Giorgio Canestri e Luciana Ziruolo, Alessandria,
Consiglio
regionale del Piemonte, Istituto storico per lo studio della Resistenza
e della società contemporanea di Alessandria, 1998
|
Il percorso
didattico sui giovani e la Costituzione consta di documenti storici,
giuridici, letterari e autobiografici, accompagnati
da esercizi. Questi, graduati per difficoltà, comprendono
variabili da selezionare, tabelle classificatorie, risposte chiuse
e a stimolazione aperta. Hanno lo scopo di suscitare la riflessione
critica degli allievi sul protagonismo giovanile nella società odierna,
verificando in quale entità venga valorizzata la soggettività dei
giovani.
Gli obiettivi didattici che abbiamo inteso realizzare sono i seguenti:
- individuare le parti della Costituzione che si riferiscono ai
giovani;
- verificare la rispondenza della società reale, cioè l'effettiva
applicazione degli articoli di legge nella
quotidianità;
- accennare agli enti assistenziali nel passato come confronto
con il presente;
- osservare gli sviluppi delle problematiche attraverso la legislazione
successiva alla Costituzione;
- esaminare le esperienze dirette dei giovani attraverso scritti
autobiografici;
- analizzare alcune statistiche aggiornate sull'analfabetismo;
All'inizio del percorso abbiamo proposto un questionario utile
ad accertare il vissuto degli allievi sui problemi indicati; l'indagine
consente, inoltre, di affrontare una discussione in classè.
Riteniamo che la proposta didattica sia adatta a studenti della
scuola secondaria superiore e si presti a collegamenti con diritto
ed educazione civica.
SEZIONI
DEL PERCORSO DIDATTICO
• LA COSTITUZIONE
APPLICATA
• LA COSTITUZIONE INAPPLICATA
• LA COSTITUZIONE SUPERATA
QUESTIONARIO
I GIOVANI, LA FAMIGLIA E L'AMORE
1)
QUANTO TEMPO DELLA TUA GIORNATA - FATTE SALVE LE ORE DELLA
SCUOLA - TRASCORRI IN CASA CON I TUOI? (barra una sola risposta)
100%
75%
50%
25%
10% o meno.
2) È POSSIBILE
PER TE ESSERE SINCERO IN FAMIGLIA? (barra una sola risposta)
Molto sincero
Abbastanza sincero
Così così
Poco sincero
Per niente sincero
3)
IN FAMIGLIA COME TI SENTI? (barra una sola risposta)
Molto bene
Abbastanza bene
Così così
Male
Molto male
4)
QUALI DEI COMPORTAMENTI SOTTO-ELENCATI SONO CONSENTITI O PROIBITI
IN CASA TUA? (barra le risposte nel quadrato scelto)
a) uscire dopo cena
sempre proibito
talvolta consentito
sempre consentito
b) tornare a casa tardi la sera dopo cena
sempre proibito
talvolta consentito
sempre consentito
c) star fuori molto tempo senza orario
sempre proibito
talvolta consentito
sempre consentito
d) uscire solo/a con il/la tuo/a ragazzo/a
sempre proibito
talvolta consentito
sempre consentito
e) dormire fuori casa
sempre proibito
talvolta consentito
sempre consentito
f) fare vacanze con amici di ambo i sessi
sempre proibito
talvolta consentito
sempre consentito
g) tenere un animale
sempre proibito
talvolta consentito
sempre consentito
h) altro
5)
IL RAPPORTO DI COPPIA È SOSTENUTO DA:
(barra le tre caselle che ritieni più significative)
Amore
Fiducia
Dialogo
Attrazione fisica
Impegni ed interessi comuni
Non sentirsi soli
Abitudine
Interesse economico
Altro
6)
UN RAPPORTO DI COPPIA PUO' ESSERE PRECEDUTO DALL'AMICIZIA?
(barra una sola risposta)
Si
No
Raramente
Non risponde
7) CHE COSA TI ASPETTI DAL RAPPORTO DI COPPIA? (barra le tre
risposte che ritieni più significative)
Crescita e maturazione comune e personale
Soddisfazione sessuale
Una futura sistemazione
Comprensione e possibilità di sfogarsi
Poter realizzare le proprie esigenze di affermazione
Sentirsi protetti
Poter uscire dal proprio ambiente familiare
Altro
8)
QUAL È IL SIGNIFICATO DEL RAPPORTO SESSUALE? (barra le
tre risposte che ritieni più significative)
Esprimere affetto e tenerezza
Dare vita ad un altro essere
Dare sfogo ad un impulso naturale
Comunicare in modo profondo tra due persone
Raggiungere il piacere
Conoscere le persone e fare nuove esperienze
Completamento indispensabile nel rapporto tra due persone
Fattore marginale nel rapporto di coppia
LA
COSTITUZIONE APPLICATA
DOCUMENTO 1
"Il
compito di affrontare l'articolazione sulla legislazione familiare
era stato dunque affidato agli onorevoli Camillo Corsanego e Nilde
Jotti - espressione dei due filoni di pensiero cristiano e marxista
- che presentano alla sottocommissione le rispettive proposte.
[Per l'esponente della D.C.] La famiglia costituisce dunque un
valore assoluto ed intrinseco, a cui sia lo Stato che i singoli
debbono riconoscere priorità.
[ ... ] Conseguente è l'atteggiamento verso i figli illegittimi:
pur auspicando che si eviti di "far gravare su creature
innocenti un perpetuo marchio d'infamia", non si dovrà d'altro
lato "sconvolgere l'ordine morale ed economico della famiglia
immettendovi (anche contro la volontà del coniuge innocente)
i figli illegittimi a parità di diritti con quelli legittimi"." (Anna
Appari, Il nodo della legislazione familiare, in AA.VV, Il
Parlamento Italiano 1861-1992, VoI XlV, Milano, Nuova Cei,1988, p. 193).
• ESERCIZIO
1
Come sono definiti da Corsanego i figli illegittimi? (Rispondi per iscritto)
DOCUMENTO
2
"Commissione
dei settantacinque
Prima sottocommissione (seduta del 3 O ottobre 1946) [Per sveltire
i lavori dell 'Assemblea Costituente il 15 luglio 1946, i 556
Costituenti incaricarono Giuseppe Saragat di designare 75 membri
(nel rispetto della proporzionalità fra
i gruppi parlamentari) a cui verrà poi affidato l'incarico
di elaborare il Progetto costituzionale. Tale Commissione nella
riunione del 20 luglio si divise in tre Sottocommissioni: la
Prima si occupò dei diritti e doveri dei cittadini; la
Seconda dell'ordine costituzionale della Repubblica; la Terza
dei diritti
e doveri economico-sociali].
lOTTI LEONILDE, Relatrice, Osserva infine che l'onorevole Corsanego
non è favorevole - circa la terza questione riguardante
i figli illegittimi - alla formula da lei
proposta, perchè ritiene che possa ledere l'istituto
della famiglia. Fa presente che tale dizione riconosce ai figli
illegittimi le stesse condizioni giuridiche fatte ai legittimi
e non afferma il principio - come ha detto 1'onorevole Corsanego
- che i figli illegittimi debbano essere accolti nell'ambito della
famiglia. Ritiene quindi che una disposizione del genere non venga
a ledere l'istituto della famiglia, ma a tutelarlo, perchè il
fatto di ammettere che i figli illegittimi abbiano le stesse condizioni
giuridiche dei legittimi costituirà un freno alla procreazione
di figli fuori del matrimonio.". (AA.VV., Le donne e la
Costituzione,
Atti del Convegno promosso dall' Associazione degli ex-parlamentari.
Roma, 22-23 marzo 1988, Roma, Camera dei Deputati, 1989, pp. 321-322).
• ESERCIZIO
2
Perchè secondo l'on. lotti la tutela dei figli illegittimi
non lede l'istituto della famiglia? (Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO
3
Dopo aver esaminato i documenti 1 e 2 dì qual è la
differenza sostanziale tra i due punti di vista. (Rispondi
per iscritto)
DOCUMENTO 3
"Assemblea
plenaria
(seduta del 17 antim., 19 pomo e 21 pomo aprile 1947) GALLICO SPANO
NADIA [P.c.I.] Ad altri rappor-
ti interni della famiglia la Costituzione deve dedicare la sua
attenzione: quelli dei genitori verso i figli.
Il primo comma afferma i doveri e i diritti dei genitori e specialmente
i doveri che i genitori hanno verso i figli. Lo approviamo senz'altro,
quantunque nella seconda parte sia necessario di precisare meglio,
per quali motivi e in quali condizioni, lo Stato si deve sostituire
ai genitori.
Vi è da chiarire la spinosa questione dei figli illegittimi:
essa appassiona l'opinione pubblica, ma a me sembra che in questa
Assemblea sia stata finora impostata male. E' stata impostata infatti
da alcuni oratori sulla pietà, sulla compassione; si è detto
che i figli illegittimi non hannno nessuna colpa, che sarebbe opportuno
potere impedire che la colpa dei genitori ricada sui figli innocenti,
ma che praticamente non si può realizzare tale desiderio.
Si è citato per sostenere questa tesi il paragone delle
tare fisiche. Ma noi vogliamo appunto che anche per le questioni
fisiche la colpa dei genitori non ricada
sui figli ed in ogni modo non possiamo ammettere, senza tentare di
arginarla, che questa piaga dell' eredità si
estenda anche sul terreno morale. E' la questione nel suo complesso
che è impostata male, perchè non si tratta né di
compassione né di pietà, si tratta di stabilire prima
di tutto un diritto di eguaglianza che è stato sancito dall'articolo
3. Nell'articolo 3 non si è detto che vi era una categoria
di cittadini che aveva diritto soltanto alla pietà e non
alla eguaglianza di tutti i diritti; si è detto che tutti
sono eguali di fronte alla legge. E le affermazioni fatte in quell'articolo
debbono essere riconfermate e non si deve cercare su questioni
particolari di infirmarne il valore.
Vaffermazione di questo principio di eguaglianza a favore dei figli
illegittimi è un richiamo al senso di responsabilità dei
genitori, perchè se vi è colpa vi è responsabilità e
questa appartiene solo ai genitori.
E' evidente che dobbiamo lasciare al legislatore il modo di risolvere
praticamente la questione della parità dei diritti dei figli
illegittimi, questione che interessa un gran numero di cittadini." (AA.VV,
Le donne e la Costituzione, cit., pp. 344-345).
• ESERCIZIO
4
A quale parte dell'articolo 3 fa riferimento l'on. Gallico
per sostenere i diritti dei figli illegittimi e perchè?
(Rispondi per iscritto)
DOCUMENTO
4
"Infine, sempre in quegli anni, per la prima volta l 'D.D.I. * sollevò la
grande questione dei servizi sociali della prima infanzia, in particolare
le scuole materne e gli asili-nido. Se oggi andiamo a riguardare
come motivammo i servizi allora ne vediamo i limiti: i servizi
venivano richiesti soprattutto partendo da una urgenza della donna
lavoratrice, quindi in funzione di un alleggerimento del doppio
lavoro come una condizione da alleggerire, ma tipica della realtà della
donna.
Eppure si trattò di una grande rottura, anche culturale:
aver posto per la prima volta la questione che l'allevamento, la
cura, l'educazione, la storia dei bambini, non erano compiti delle
sole donne, ma costituivano una funzione in cui la società doveva
intervenire.
Furono anni in cui su queste questioni lo scontro culturale, particolarmente
con le donne della D.C. [Democrazia Cristiana] - ma non solo
con loro - fu molto aspro: ci si accusava di mettere in secondo
piano
il valore
del ruolo e dell'educazione materna; e quando via via si concretò la legge istitutiva degli asili-nido, le donne
della D.C. misero in concorrenza con essa una riforma della legge
per la lavoratrice madre con il prolungamento del congedo facoltativo
di maternità. Da parte nostra credo che bene facemmo a dire
che volevamo tutte e due le leggi. In realtà, alla fine,
le ottenemmo entrambe conducendo anche una battaglia di consistente
valore per l'abolizione dell'ONMI [Opera nazionale maternità infanzia],
che definimmo la "Federconsorzi dei bambini", perchè era
un ente costituito a suo tempo dal fascismo e poi rimasto in vita
come struttura antidemocratica centralizzata, nel cui ambito l'assistenza
alla maternità e all'infanzia, non era tema di diritti e
oggetto di servizi, ma strumento caritativo ed assistenziale arbitrario.
Quindi la lotta per l'istituzione degli asili-nido, anch'essa terreno
di azione di massa (per la prima volta le donne andarono in corteo
con i bambini nelle carrozzine proprio per chiedere la legge sugli
asili-nido, in una grande manifestazione
promossa dall'U.D.I.), si intrecciò anche con una questione
che adesso chiameremmo di riforma istituzionale, cioè l'abolizione
di un ente inutile e il decentramento [dei servizi].
Merito delle lotte di quegli anni fu di portare in primo piano
alcune grandi questioni di emancipazione su cui si strapparono
dei risultati soprattutto di carattere legislativo e furono risultati
di congrua consistenza. In questi giorni, per esempio, a Roma,
a causa di ritardi determinati anche dalla crisi comunale, ci sono
lunghe liste
di attesa di bambini per gli asili-nido, quindi la questione è ben
lungi dall' essere risolta ovunque (in tutta Palermo vi è un
solo nido); tuttavia gli asili-nido sono entrati nel nostro ordine
come una struttura comunale. (Giglia Tedesco, Tra emancipazione
e liberazione. L'UD.I negli anni sessanta, in Esperienza storicafemminile
nel! 'età moderna e contemporanea, parte II, Roma,
Unione Donne Italiane, Circolo La Goccia, 1988, p. 19).
*L'Unione
Donne Italiane costituitasi a Roma nel settembre 1946
su iniziativa di donne esponenti del PCI e del PSI aveva ed ha
l' obiettivo prioritario di coinvolgere le donne nelle battaglie
per le riforma dello Stato e nella lotta per l'emancipazione.
• ESERCIZIO
5
Per quale motivo le militanti deIl'U.D.1. chiedevano i servizi
sociali? Perchè tale richiesta costituì una rivoluzione
culturale? (Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO 6
Che cosa chiedevano le donne della D.C.? (Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO 7
Qual era la critica all'ONMI? (Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO
8
Che cosa ottennero alla fine le donne? (Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO 9
In che cosa si differenzia una struttura comunale da una privata?
(Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO 10
A quale delle due va la tua preferenza? (Rispondi per iscritto)
DOCUMENTO 5
"Maternità: parola maestosa; profonda come le radici stesse
della vita, alta come il vertice dell'umanità. Tutto può congiungersi
a questa arcana parola: il piacere più cocente come la sofferenza
più atroce; l'orgoglio più inebriante, come il senso
dell'irrimediabile miseria della nostra esistenza individuale,
che, ristretta a se stessa, non trova la sua meta.
Maternità ... è il grido della stirpe che vuoI vivere
e continuare, placato o dissimulato sotto la maschera dell'amore,
nel quale Schopenhauer vedeva scintillare il riso un pò ironico
della creazione, il segreto dell'immortalità della vita.
[ ... ]
Ma la maternità non è solo la forza che immortala
la vita, e crea la storia: è anche la potente leva della
società e dello Stato: ne è anche, in certo modo,
la dominatrice, la regolatrice.
E' perciò che non basta che le madri diano figli: occorre
che diano figli sani, figli volitivi, disciplinati verso se stessi, verso la ragione, verso la superiore vita dello Stato.
[ ... ]
Non è certo il caso di esporre ad un così eletto
pubblico il carattere tecnico della legge fascista sulla protezione
della maternità ed infanzia.
Mi limiterò a ricordare i due significati di alta importanza
che la distinguono. Anzitutto, senza abbondonare più l'assistenza
ai deboli alla disorganica ed eventuale iniziativa privata, il
fascismo la trasforma in funzione di Stato, in funzione integratrice
e coordinatrice dell'attività privata.
Oltre a ciò, il Fascismo non considera più questa
funzione come espressione di un sentimento di pietà o di
carità; la considera come un dovere fondato sulla constatazione
che il sorreggere i deboli è nell'interesse di tutto l'organismo
sociale ed il sovvenire le madri bisognose e i loro nati è indispensabile
per il miglioramento della stirpe e per il potenziamento della
Nazione.
(Domenico Soprano, La maternità fascista nell'età imperiale,
conferenza tenuta alla Sezione di Alessandria dell'Istituto
Nazionale di Cultura Fascista il 2 febbraio 1937 - Xv, in "Alexandria",
anno V, N.2, pp. 33-34).
• ESERCIZIO
11
Sottolinea tutte le caratteristiche attribuite alla maternità,
e trascrivi gli aggettivi e le frasi che ti paiono più retoriche.
• ESERCIZIO 12
Come devono essere i figli secondo l'ideologia fascista? (Rispondi
per iscritto)
• ESERCIZIO
13
Quali sono i due significati innovativi della legge fascista
sulla protezione della maternità e dell'infanzia? (Rispondi
per iscritto)
• ESERCIZIO 14
Spiega il significato della parola stirpe e il suo legame con
il concetto di nazione. (Rispondi per iscritto)
DOCUMENTO 6
"L'ONMI è stata
istituita con Legge lO dicembre 1925, n. 2277, che la qualificava
ente morale e ne stabiliva gli scopi:
protezione ed assistenza delle gestanti e delle madri bisognose
o abbandonate, dei bambini fino al quinto anno di età appartenenti
a famiglie bisognose e dei minori materialmente e moralmente
abbandonati, traviati o deliquenti, fino al diciottesimo anno
di età.
[ ... ] Gli scopi fondamentali dell'ONMI nel settore della protezione
e della tutela della maternità sono quelli di: l) provvedere
alla protezione e all' assistenza delle gestanti e delle madri
bisognose o abbandonate; 2) con le provvidenze dirette agli scopi
di cui al precedente n. 1, integrare le opere già esistenti
di protezione della maternità e favorirne le iniziative;
3) favorire la diffusione
delle norme e dei metodi scientifici di igiene prenatale e infantile
nelle famiglie e negli istituti, anche mediante l'istituzione
di ambulatori per la sorveglianza e la cura delle donne gestanti,
di scuole teorico-pratiche di puericultura e corsi popolari di
igiene materna e infantile; 4) vigilare sull' applicazione delle
disposizioni legislative e regolamentari vigenti per la protezione
della maternità; 5) esercitare un potere di vigilanza e
di controllo su tutte le istituzioni pubbliche e private per l'assistenza
e la protezione della maternità." (Bruno Primicerio,
Maternità (diritto amministrativo) in Enciclopedia
del diritto,
voi XXv, Varese, Giuffrè, 1967, p. 723).
• ESERCIZIO
15
Sottolinea le parti del documento che mettono in
rilievo l'aspetto caritatevole e di tutela della maternità e
della prole.
DOCUMENTO 7
"Appare
evidente che con il sistema protettivo adottato dalla Costituzione
italiana si è inteso evidenziare l'importanza che deve
assumere la famiglia nel mantenimento, nella educazione e nell'istruzione
dei figli, assegnando allo Stato o, per esso, ad altre istituzioni
pubbliche o private, una funzione surrogatoria in quei compiti
fondamentali della famiglia. E' previsto, invece, un intervento
diretto dello Stato, che si concreta nelle provvidenze di diversa
natura che deve fornire alle famiglie bisognose onde
metterle in grado di poter efficientemente perseguire quei fini,
in relazione anche al fatto che la Costituzione prevede il mantenimento,
l' educazione e l'istruzione dei figli non solo come un dovere
per i genitori, ma anche come un loro diritto.
Con
l'introduzione nel nostro ordinamento di questi nuovi criteri
protettivi, si è abbandonato
quel sistema caritativo - che per lunghi decenni ha caratterizzato
il settore della maternità,
dell'infanzia e della gioventù, e che non poteva più essere
considerato ammissibile in un Paese evoluto - basato sulll'
erogazione da parte di enti ecclesiastici o di istituzioni
pubbliche di
beneficienza di particolari e limitate forme assistenziali,
quali quella del ricovero o del mantenimento di minori abbandonati
o privi di mezzi di sostentamento in appositi istituti (orfanatrofi,
ecc.).[ ... ]
Al tradizionale concetto di assistenza all'infanzia e alla
gioventù si è andato
sovrapponendo quello, ben più recente, di tutela sociale
dell'infanzia e della gioventù, sia in relazione alla
maggiore estensione operativa di tale assistenza, intesa nel
senso che l'assistenza stessa non è ormai limitata al
settore caritativo vero e proprio ma invade altri settori quali
quello sanitario, istituzionale, professionale, ecc., sia in
relazione agli organismi che contribuiscono alla formazione di
questa tutela sociale. Questi ultimi sono rappresentati in primo
luogo dallo Stato, principalmente attraverso i Ministeri dell'Interno
e della Sanità, quindi dagli enti autarchici territoriali
(regioni, province e comuni) ed infine dagli altri enti pubblici
che perseguono, con fini istituzionali, la tutela sociale dell'infanzia
e della gioventù.[ ... ]
In relazione a quell'azione istituzionale esperita in tema
di tutela sociale dell' infanzia e della gioventù, spicca
per importanza il Ministero della Sanità che annovera
fra i suoi fini: la vigilanza e la tutela sull'Opera Nazionale
per la Protezione della Maternità e dell'Infanzia e
sulla Associazione italiana della Croce Rossa; la vigilanza
sui vari
servizi locali di assistenza sanitaria all'infanzia; la tutela
della salute della popolazione scolastica e la vigilanza sull
'igiene delle scuole, degli istituti di educazione ed istruzione
e delle istituzioni parascolastiche; la concessione di contributi
e sussidi agli istituti di puericultura e ai corsi per il conseguimento
del diploma di vigilatrice d'infanzia e di puericultrice; la
vigilanza sull'esercizio della professione sanitaria ausiliaria
di vigilatrice
d'infanzia e dell' arte ausiliaria delle professioni
sanitarie di puericultrice; l'organizzazione di appositi centri
per la cura della sifilide prenatale; l'assistenza e la cura dei
poliomelitici nella fase acuta; l'assistenza e la cura dei discinetici
(infermi affetti da paralisi spastiche infantili) e dei bambini
nella prima e seconda infanzia lussati congeniti dell'anca; il
ricovero in preventori di minori predisposti alla tubercolosi;
la vigilanza sui centri psico-medico-pedagogici. A questi fini,
il Ministero della Sanità provvede o direttamente o attraverso
i suoi organi periferici: medico provinciale e ufficiale sanitario.
Compiti di rilevante importanza nel settore della tutela sociale
dell'infanzia e della gioventù sono, anche, affidati al
Ministero dell'Interno - il cui ordinamento prevede la direzione
generale dell' assistenza pubblica che vi provvede o direttamente
o attraverso i suoi organi periferici: le prefetture e, più di
rado, le questure. Circa la tipologia degli interventi nel settore,
dobbiamo rilevare che trattasi di forme di assistenza generica,
consistente, il più delle volte, in contributi e sussidi
ad istituzioni e a privati. In particolare il Ministero dell 'Interno:
concede provvidenze economiche alle istituzioni pubbliche e private
che ricoverano ragazzi; finanzia l'opera di assistenza estiva (colonie)
ed invernale (asili, doposcuola, ecc.) ai ragazzi appartenenti
a classi bisognose; può provvedere al ricovero dei ragazzi,
di solito al di sopra dei sei anni, appartenenti a famiglie aventi
diritto alla cosiddetta "assistenza postbellica", ed
in particolar modo gli anormali fisici, psichici e sensoriali,
ovvero a famiglie in condizione di miseria o di abbandono; esercita
la vigilanza sulle istituzioni pubbliche di assistenza all' infanzia
e sui servizi di assistenza degli illegittimi e dell'infanzia abbandonata;
ha alle sue dipendenze l'Amministrazione per le attività assistenziali
italiane e internazionali." (Bruno Primicerio, Infanzia
e gioventù, in Enciclopedia del diritto, vol
XXI, cit., pp. 404-405).
• ESERCIZIO
16
In che modo lo Stato sostituisce il sistema caritativo preesistente?
(Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO 17
Spiega la differenza tra i termini "assistenza" e "tutela
sociale" scritti nel documento. (Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO
18
Attualmente l'ONMI è ancora un ente assistenziale?
SI - NO
Se
no che cosa è diventato
e da quale organo dello Stato dipende? (Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO 19
Consultando i documenti 5, 6, 7 completa la seguente tabella
sui compiti degli enti assistenziali.
ONMI |
............................................................................ |
Ministero
Sanità |
............................................................................ |
Ministero
Interno |
............................................................................ |
DOCUMENTO
8
"Legge
4 maggio 1983, n. 184. Disciplina dell'adozione e del!' affidamento
dei minori
Art. 1- Il minore ha diritto di essere educato nell'ambito della
propria famiglia.
Art. 2 - Il minore che sia temporaneamente privo di un ambiente
familiare idoneo può essere affidato ad un'altra famiglia,
possibilmente con figli minori, o ad una persona singola, o ad
una comunità di tipo familiare, al fine di assicurargli
il mantenimento, l'educazione, l'istruzione.
Ove non sia possibile un conveniente affidamento familiare, è consentito
il ricovero del minore in un istituto di assistenza pubblico o
privato, da realizzarsi di preferenza nell'ambito della regione
di residenza del minore stesso.
[ ... ]
Art. 5 - I..;affidatario deve accogliere presso di sè il
minore e provvedere al suo mantenimento e alla sua educazione e
istruzione tenendo conto delle indicazioni dei genitori.
Art. 6 - I..;adozione è permessa ai coniugi uniti in matrimonio
da almeno tre anni tra i quali non sussista separazione personale
neppure di fatto e che siano idonei a educare, istruire ed in grado di mantenere i minori che intendono
adottare.
I..;età degli adottanti deve superare di almeno diciotto
e non più di quaranta anni l'età dell'adottando.
Sono consentiti ai medesimi coniugi più adozioni anche con
atti successivi.
[ ... ]
Art. 8 - Sono dichiarati anche d'ufficio in stato di adottabilità dal
tribunale per i minorenni del distretto nel quale si trovano, i
minori in situazione di abbandono perchè privi di assistenza
morale e materiale da parte dei genitori o dei parenti tenuti a
provvedervi, purchè la mancanza di assistenza non sia dovuta
a forza ~aggiore di carattere transitorio.
La situazione di abbandono sussiste, sempre che ricorrano le condizioni
di cui al comma precedente anche quando i minori siano ricoverati
presso istituti di assistenza o si trovino in affidamento familiare.
Non sussiste causa di forza maggiore quando i soggetti di cui al
primo comma rifiutano le misure di sostegno offerte dai servizi
locali e tale rifiuto viene ritenuto ingiustificato dal giudice".
• ESERCIZIO
20
Scrivi un breve testo espositivo dal quale emergano le
caratteristiche peculiari dell'affidamento e dell'adozione.
• ESERCIZIO
21
Dì se, secondo te, è più impegnativo per
le famiglie l'affido o l'adozione? (Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO
22
Considereresti un figlio adottato dai tuoi genitori come un fratello
carnale?
SI - NO
Perché?
• ESERCIZIO 23
Pensi che la tua vita quotidiana sarebbe sconvolta dalla presenza di ragazzi
affidati alla tua famiglia? (Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO 24
Che cosa pensi della decisione della Corte Costituzionale
di maggior flessibilità sulla differenza di
età adottante/adottando? (Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO 25
Compila la tabella di raffronto fra adozione ed affidamento.
|
Adozione |
Affido |
Condizione
per essere adottato/ affidato |
|
|
Condizione
per adottare/ affidare |
|
|
Limiti
di età |
|
|
Presenza
figli legittimi |
|
|
Effetti |
|
|
DOCUMENTO
9
"Nella legislazione italiana sull'adozione, pure molto avanzata
per la sua attenzione ai "diritti dei bambini" piuttosto
che a quelli delle famiglie (o meglio degli adulti), solo le coppie
legalmente sposate possono adottare un bambino: non le coppie conviventi,
tanto meno le persone sole, anche se nella realtà sociale
la famiglia nucleare fondata sul matrimonio è solo una,
ancorchè maggioritaria, forma familiare in cui crescono
i bambini e non è provato che altre forme di convivenza
siano dannose per i bambini stessi, che anche adulti non sposati
non possano fornire sostegno, affetto, riconoscimento alla singolarità dell'esistenza
del minore. [ ... ]
Dalla nuova consapevolezza - della necessità cioè di
non cancellare, negare le tensioni tra esigenze diverse, inclusa
quella di riconoscersi in una appartenenza ad una storia per quanto
difficile e dolorosa - è nata la legge sugli affidi familiari
del 1983, basata sulla disponibilità di individui e famiglie
a condividere la responsabilità per un minore, a farsi carico
dei suoi diritti, senza tuttavia appropriarsene. E' vero che molto
spesso gli affidi sono ancora visti, dai servizi come dalle famiglie
affidatarie, come una soluzione di ripiego per quei bambini che
non sono in condizione di adottabilità. Per questo anche
molte famiglie - potenziali genitori - desiderose di adottare rifiutano
l'affido perché non consente una "appropriazione", non solo legale, ma soprattutto
affettiva, del bambino. Nella sua interpretazione e realizzazione
più autentiche, tuttavia, l'affido rappresenta un tentativo
interessante, oltre che coraggioso, di assumere e consentire di
elaborare la frattura, o inadeguata coincidenza, tra appartenenza
e cura, tra appartenenza e bisogno e diritto, che si dà ogni
volta che dei genitori non riescono a dare adeguato riconoscimento
ai bisogni e diritti di esistenza dei propri figli, per motivi
che possono andare dall'immaturità psicologica all'incapacità sociale
fino alla violenza.
Già il fatto che la legge non limiti i possibili affidatari
alle coppie regolarmente sposate, ma allarghi il ventaglio ai conviventi,
ai singoli, ad anche alle piccole comunità, segnala che
in linea di principio ci si muove nell' ottica di fornire ai minori
in difficoltà non già una "contro-famiglia",
parallela o sostitutiva, ma una rete di rapporti significativi
con adulti responsabili, che, mentre garantiscono i bisogni di
cura e attaccamento, consentono anche di elaborare l'appartenenza
biografica alla famiglia di origine, vuoi per ritornarvi stabilmente,
vuoi per rendersene autonomi senza censure e negazioni." (Chiara
Saraceno, Diritti relazionali e Conflitti etici. Riflessione
su famiglia, adozioni, affidi, in "Memoria" n. 26, 1990,
p. 66).
• ESERCIZIO 26
Unisci con una freccia le seguenti espressioni
ai loro significati:
Espressioni:
1) coppie legalmente sposate;
2) coppie conviventi;
3) famiglia nucleare fondata sul matrimonio.
Significati:
a) un uomo e una donna che vivono insieme senza essere sposati;
b) un uomo e una donna che vivono insieme dopo il matrimonio;
c) un uomo e una donna che vivono insieme dopo il matrimonio senza parenti anziani.
• ESERCIZIO 27
Perché secondo
Saraceno le norme sull'adozione sono restrittive? (Rispondi
per iscritto)
• ESERCIZIO 28
Sottolinea le frasi in cui Saraceno valorizza l'istituto dell'affido.
• ESERCIZIO 29
Scrivi un breve testo argomentativo in cui esponi il tuo pensiero
sul problema dell'adozione e dell'affido.
LA COSTITUZIONE INAPPLICATA
DOCUMENTO
1
Popolazione
residente di 6 anni e più secondo il titolo
di studio ai Censimenti 1951, 1961, 1971, 1981, 1991
(valori in migliaia di unità)
|
1951 |
1961 |
1971 |
1981 |
1991 |
Titolo
di studio |
v.a.
%
|
v.a.
% |
v.a.
% |
v.a.
% |
v.a.
% |
Analfabeti |
5456
12,9 |
3797
8,3 |
2547
5,2 |
1608
3,1 |
1146
2,1 |
Alfabeti
senza titolo |
7582
17,9 |
7314
16.0 |
13240
27,1 |
9548
18,2 |
6533
12,2 |
Licenza
elementare |
24946
59,0 |
27588
60,5 |
21586
44,3 |
21278
40,6 |
17406
32,5 |
Licenza
media |
2514
5,9 |
4375
9,6 |
7151
14,7 |
12481
23,8 |
16412
30,7 |
Diplomati |
1380
3,3 |
1939
4,3 |
3364
6,9 |
6019
11,5 |
9937
18,6 |
Laureati |
422
1,0 |
603
1,3 |
883
1,8 |
1477
2,8 |
2048
3.8 |
Totale |
42301
100 |
45616
100 |
48771
100 |
52411
100 |
53482
100 |
Fonte:
elaborazione Censis su dati censimento Istat, 1991
(Censis, 28° rapporto sulla situazione sociale del paese 1994,
Milano, Franco Angeli, 1995, pago 201)
• ESERCIZIO
1
Costruisci un diagramma cartesiano per illustrare il decremento
dell'analfabetismo.
• ESERCIZIO
2
Osservando la tabella dì quali sono le altre fasce che evadono
l'obbligo scolastico. (Rispondi
per iscritto)
• ESERCIZIO
3
Secondo la tabella qual è la percentuale di analfabeti nel
1991 e quale quella di coloro che evadono l'obbligo scolastico?
(Rispondi per iscritto)
DOCUMENTO
2
"La mia esperienza scolastica, contrariamente alla volontà mia
e della maestra, durò poco più di un mese e cessò molto
prima che io divenissi propriamente un alunno. [ ... ]
E una mattina di febbraio, mentre la maestra si sforzava di farmi
scrivere alla lavagna, mio padre, sorretto dalla convinzione morale
di essere il mio proprietario, con lo sguardo terrificante di un
falco affamato (de unu
astore famidu) dalla strada fulminò la scuola. [ ...
]
" Sono venuto a riprendermi il ragazzo: mi serve a governare le pecore
e a custodirle ... E' mio. E io sono solo. Non posso continuare
a lasciare il gregge incustodito quando vengo qui a Siligo a portare
il latte in caseificio o a portarmi via le provviste. lo non faccio
solo il pastore. Per tirare avanti onestamente e senza derubare
il vicino, mi tocca di coltivare una parte della
tanca a grano per il fabbisogno di casa (pro su fittu de domo).
Gavino anche se è piccolo, custodirà le pecore mentre
io marrerò il grano o poterò la vigna o lavorerò all'oliveto
che ho già cominciato a piantare ... Come vede da solo non
posso fare tutte queste cose stando dietro alle pecore. Incustodite,
potrebbero assalirmi la vigna o il grano, e non possiamo stare
un anno senza pane ... Insomma, lui mi custodirà le pecore
mentre io farò tutte le altre cose per procacciare il sostentamento
ai suoi fratelli più piccoli ... lo non ne ho di soldi per
comprare loro i mezzi di sussistenza. I liquidi che ricavo dal
latte delle pecore bastano a stento per comprare i vestiti e altre
cose che noi pastori non possiamo produrre. Le patate, il grano,
le cipolle, le fave le debbo produrre io stesso ... Mi spiace riprenderglielo,
ma senza di lui non potrei più andare avanti. Questa è stata
sempre la storia di noi pastori. Ci sono banditi dappertutto e
lei lo sa benissimo, signora maestra."
"
Gavino è ancora troppo piccolo! Come potrà custodire
le pecore e far paura ai banditi? La sua presenza sarà inutile
...
Qui imparerà a vivere prima di esporsi alla vita. Gli mancano
ancora le penne per prendere il volo."
"
Cosa ne sa lei della pastorizia? I pastori volano tutti senza ali." Il
tono si fece risoluto.
"
Non è necessario che il ragazzo sia grande per custodire
le pecore. Quanto ai banditi, poi, basta un respiro umano. Avrà fiato
sufficiente per chiamare da una vallata all'altra, se sarà il
caso. La mia tanca non è molto grande. Le pecore, però,
si spostano rapidamente litigandosi i pochi steli d'erba e le ghiande
migliori (sos pagos runcos de eva e sa mezzus lande). Spesso s'inforrano
per le vallate per ripararsi dal vento e improvvisamnte scompaiono.
Così quando io sto da una parte della tanca a lavorare ed
esse scompaiono verso l'altra, i banditi e la volpe allora fanno
man bassa ... La volpe! Sì! La volpe! Anche questa è una
minaccia terribile e continua. Soprattutto nel periodo in cui le
pecore
figliano ... Azzanna gli agnelli. E un agnello per un pastore
povero come
me non è poca cosa. Pensi che noi pastori, contrariamente
a quanto si dice, siamo condannati dalla povertà a non mangiare
carne d'agnello ... Quelli che ne mangiano molta la rubano. Con
un agnello trasformato in denaro posso sfamare la famiglia a dieci
giorni con pane e pasta ... E' necessario che mi li tenga cari
quelli che figlia il mio gregge ... Non sarà né il
primo né l'ultimo ... Anch'io ho trascorso la mia infanzia
in questo modo. Infanzia! Puh! Sono dovuto diventare adulto prima
del tempo e gli anziani mi hanno usato come guardiano contro gli
assalti della volpe in pieno inverno ... E le pecore le ho custodite
lo stesso anche se avevo bisogno più del capezzolo della
mamma che di quello della pecora." [ ... ]
Mio padre stava lì, rigido nel suo abbigliamento pastorale,
aspettando che mi adattassi alla verità, giunta troppo in
fretta. Ma dalla sua rigidezza traspariva un insopportabile imbarazzo.
E come per vincere il suo stato di disagio, mentre si allontanava
spingendo mi verso la porta, non potè fare a meno di cercare
ulteriori giustificazioni di fronte alla maestra e agli scolari,
storditi dal discorso.
"
lo ho bisogno di lui, in campagna ... diversamente non riuscirò a
mandare avanti la famiglia. Ecco! Se il governo mi pagasse un uomo
per custodirmi le pecore o mi aiutasse in altro modo, io, glielo
lascerei ... a studiare. Il ragazzo è mio. Cosa vuole questo
governo? Che per mandare lui a scuola, gli altri miei figli muoiano
di fame? No. No; io, il ragazzo me lo prendo e lo uso perché non
ne posso fare a meno. E voglio vedere la barba di questa legge
vigliacca, che cosa sarà in grado di farmi. Mi sento tranquillo!
E' la legge che non è tranquilla. Vuole, rendere la scuola
obbligatoria. La povertà! quella è obbligatoria." (Gavino
Ledda, Padre padrone. L'educazione di un pastore, Milano, Feltrinelli,
1975, pp. 8-11).
• ESERCIZIO
4
Perché il padre di Gavino ritira il figlio dalla scuola?
(Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO
5
Descrivi il padre di Gavino nelle sue caratteristiche fisiche, psicologiche,
affettive ed etiche.
• ESERCIZIO 6
Scrivi un breve testo argomentativo sulle cause che secondo te
sono ancora oggi alla base dell'analfabetismo e dell'evasione scolastica
e del lavoro minorile vietato dall'art. 37 della Costituzione.
DOCUMENTO 3
LA
VIOLENZA SUI MINORI
"Spesso si viene a conoscenza di casi più o
meno gravi di maltrattamenti di bambini o ragazzi: violenze fisiche
o morali,
abuso di mezzi di correzione, sfruttamento sul lavoro ecc ...
Nella Costituzione, nel Codice civile e in quello penale sono presenti
numerose norme che tutelano i minori. Inoltre i giovani sono oggetto
di crescenti attenzioni
da parte degli adulti: ma, per migliorare le loro condizioni di vita,
non basta applicare meglio le leggi che li riguardano
nè offrire loro sempre nuovi giocattoli e oggetti da acquistare, è necessario
che la società tutta impari a rispettarli come persone.
(Igino Vergnano, Questa grande umanità. Corso di educazione
civica, Torino, Paravia, 1992, p. 46).
DOCUMENTO 4
TELEFONO AZZURRO Linea gratuita per i bambini 19696
• ESERCIZIO
7
Scrivi un breve testo espositivo per illustrare i diagrammi a torta.
• ESERCIZIO 8
Esponi in un testo argomentativo le tue opinioni sulla violenza
ai minori, tenendo conto anche della sentenza della Quarta
Sezione Penale della
Corte di Cassazione del maggio 1996 che ha stabilito che la violenza
sui bambini non è giustificata, nemmeno da presunti
scopi educativi, rimarcando la violenza come mezzo educativo negativo.
• ESERCIZIO 9
Che cos'è il Telefono Azzurro? Qual'è il suo scopo?
(Rispondi per iscritto)
LA
COSTITUZIONE SUPERATA*
(È appena
il caso di far presente come negli articoli costituzionali gli
aspetti di questa sezione
nòn siano stati presi
in esame in relazione al contesto storico, sociale, culturale
della fine
degli anni Quaranta).
DOCUMENTO
1
" [
... ]
Art. 6 - Lobbligo, ai sensi degli articoli 147 e 148 del Codice
Civile, di mantenere, educare, istruire i figli nati o adottati
durante il matrimonio di cui sia stato proclamato lo scioglimento
o la cessazione degli effetti civili, permane anche nel caso di
passaggio a nuove nozze di uno o di entrambi i genitori.
Il tribunale che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli
effetti civili del matrimonio dispone a quale dei coniugi i figli
debbono essere affidati sotto la vigilanza del giudice tutelare
ovvero come, per gravi motivi, si debba altrimenti provvedere sull'affidamento,
ed assume ogni altro provvedimento relativo alla prole. In ogni
caso il padre e la madre conservano il diritto e l' obbligo di
vigilare sull'educazione della prole.
In particolare il tribunale stabilisce ed il modo con cui l'altro
coniuge deve contribuire al mantenimento, all'istruzione e alla
educazione dei figli, e dà inoltre disposizioni
circa l'amministrazione dei beni di questi. Il tribunale, nel
caso in cui i genitori trascurino il loro dovere nei confronti
dei figli minori o legalmente incapaci o ne mettano in pericolo
gli interessi, può nominare un tutore, indipendentemente
dal verificarsi di fatti che costituiscano mo tivi di decadenza
dalla patria potestà.
[ .. ]
Art. 11 - Dopo lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili
del matrimonio, se il tribunale non ha disposto altrimenti, ciascun
genitore esercita la patria potestà sui figli affidatigli.
Il genitore al quale sono stati affidati i figli ne amministra
i beni con l'obbligo di rendere conto annualmente al giudice tutelare
e ne ha l'usufrutto fino a quando non passi a nuove nozze. Laltro
genitore conserva il diritto di vigilare e il dovere di collaborare
alla educazionee all'istruzione dei figli." (Legge l gennaio
1970, N. 898, Divorzio).
• ESERCIZIO
1
Dì se
le seguenti affermazioni sono vere o false: (metti una crocetta
su V o F)
a)
il genitore che convola a nuove nozze conserva l'obbligo di mantenere,
educare, istruire i figli di primo letto V - F
b)
I figli minori possono in caso di divorzio scegliere a quale
genitore essere affidati V - F
c)
il coniuge a cui il figlio non è affidato non ha più alcun
dovere verso di lui
V - F
d)
la patria potestà (ora potestà genitoriale)
viene esercitata dal genitore a cui il figlio è affidato
V - F
e)
il genitore a cui è affidato il figlio ha l'usufrutto
dei beni del minore se non passa a nuove nozze V - F
A) |
Manifesto antidivorzista con il fac-simile della scheda
referendaria |
B) |
Manifesto del PS! in cui si polemizza con l'alleanza
DC-MS! generata dal fronte antidivorzista. Giorgio Almirante
era il segretario del Movimento sociale.
|
(Orazio Maria Petracca, Il
referendum sul divorzio, in AA.VV., Il Parlamento
Italiano 1861-1992, val
XXI, Milano, Nuova Cei, 1988,
p. 210).
• ESERCIZIO 2
Metti una crocetta sulla lettera esatta:
il manifesto dei divorzisti è: A - B
il
manifesto degli antidivorzisti è: A - B
Da che cosa lo deduci?
(Rispondi per iscritto)
DOCUMENTO
3
"Art. 12 - La richiesta di interruzione della gravidanza secondo
le procedure della presente legge è fatta personalmente
dalla donna.
Se la donna è di età inferiore ai diciotto anni,
per l'interruzione della gravidanza è richiesto l'assenso
di chi esercita sulla donna la potestà o la tutela. Tuttavia,
nei primi novanta giorni, quando vi siano seri motivi che impediscano
o sconsiglino la consultazione delle persone esercenti la potestà o
la tutela, oppure queste, rifiutino il loro assenso o esprimano
pareri tra loro difformi, il consultorio o la struttura socio-sanitaria,
o il medico di fiducia, espleta i compiti e le procedure di cui
all'articolo 5 e rimette entro sette giorni dalla richiesta una
relazione, corredata del proprio parere, al giudice tutelare del
luogo in cui essa opera. Il giudice tutelare, entro cinque giorni,
sentita la donna e tenuto conto della sua volontà, e delle
ragioni che adduce e della relazione trasmessagli, può autorizzare
la donna, con atto non soggetto a reclamo, a decidere l'interruzione
della gravidanza (l).
Qualora il medico accerti l'urgenza dell'intervento a causa di
un grave pericolo per la salute della minore di diciotto anni,
indipendentemente dall' assenso di chi esercita la potestà o
la tutela e senza adire il giudice tutelare, certifica l'esistenza delle condizioni che giustificano
l'interruzione della gravidanza. Tale certificazione costituisce
titolo per ottenere in via d'urgenza l'intervento e, se necessario,
il ricovero.
Ai fini dell'interruzione della gravidanza dopo i primi novanta
giorni, si applicano anche alla minore di diciotto anni le procedure
di cui all'articolo 7, indipendentemente dall'assenso di chi esercita
la potestà o la tutela.
(1) V Corte costituzionale, sentenza 25 giugno 1981, n. 109, che
ha dichiarato non fondata, nei sensi di cui in motivazione, con
riferimento agli artt. 3 e 30 Cost., una questione di legittimità dell'art.
12: a tale proposito, la motivazione precisa che il genitore della
minore può non essere sentito "quando, valutate le
circostanze della specie e la serietà dei motivi richiesti
al riguardo della legge, sia ragionevole presumere che il doveri
o consultare aggravi il rischio del ricorso all'aborto clandestino".
La stessa sentenza ha dichiarato non fondata, con riferimento all'art.
3 Cost., un'altra questione di legittimità del medesimo
art. 12." (Legge 22 marzo 1978, n. 194, Norme per la tutela
sociale della maternità e sull 'interruzione volontaria
della gravidanza).
• ESERCIZIO
3
Sottolinea nel documento i casi in cui ci si rivolge al giudice
tutelare.
• ESERCIZIO 4
Bisogna sempre chiedere l'assenso dei genitori per l'interruzione
della gravidanza di una minore?
SI - NO
• ESERCIZIO
5
A chi spetta in ultimo la decisione nei casi nor urgenti? (Rispondi
per iscritto motivando al tua risposta)
• ESERCIZIO
6
Secondo te, il giovane è tutelato dalle leggi fi nora esaminate
oppure esse sono inadeguatE di fronte alle molteplici situazioni
che si posso no presentare? (Rispondi per iscritto)
DOCUMENTO 4
"l
.. ] [Ci riallacciamo] ad un' indagine che proprio ad Alessandria
- ha condotto tempo fa il bisettimanale Gi-Sette, sondando, attraverso
interviste dirette o questionari, una realtà campione
del mondo giovanile. Composto da poco più di 200 ragazze
e ragazzi in età compresa tra i tredici ed i ventidue
anni, il campione può apparire "esiguo" rispetto
all'universo giovanile della stessa città ma, da un punto
di vista sociale e culturale, esso pare abbastanza significativo
in quanto abbraccia tre classi di scuola media, un circolo politico
giovanile di sinistra, due gruppi giovanili parrocchiali e diversi
gruppi di studenti di istituti superiori. [ ... ]
Anche una sfera così importante come la famiglia alla quale
si dovrebbe guardare con serena fiducia e dalla quale sarebbe giusto
attendersi intelligente comprensione - rimane invece piuttosto
spesso estranea alla vita sentimentale del giovane. Parli di questi
problemi in famiglia? I "sì" sono poche decine
e spesso accompagnati da precisazioni limitative: "solo con
mia madre ... con mia madre o con mia sorella 'H solo qualche volta;
essere incompresi o derisi, ostacolati o "puniti". In
particolare la figura del padre, per diverse ragazze, sembra essere
più o meno estranea o addirittura conflittualmente contrapposta
al proprio "mondo" di affetti. Ancora alla famiglia si "rimprovera" in
vari casi di usare maggior liberalità verso i maschi e vi
sono - seppur limitati - gli esempi
di sconfortanti rapporti familiari che stimolano l'emergere di insoddisfazioni,
angosce e conflitti interiori ai quali si risponde
in varie forme: la diffidenza verso l'altro sesso o, al contrario,
la ricerca, nel rapporto col proprio ragazzo, di uno stile di vita
diverso, di un amore "alternativo" a quello che si è conosciuto.
[ ... ]
Sinché non si sarà capaci di far intimamente comprendere
ad un ragazzo la differenza che passa tra l' essere maschio - e
l' esserlo non è da sé un gran merito perché basta
un semplice attributo sessuale comune a milioni di esseri viventi
- e l'essere uomo o, peggio, si mistificheranno i due termini facendo
del maschilismo un valore: sinché mancherà un dialogo
sereno e intelligente su questi problemi, sinché - si esorcizzeranno
le esperienze giovanili con la formula stantia "faccia quel
che vuole, basta che non me lo venga a raccontare", sinché l'amore
tra i giovani rimarrà nell' opinione di tanti una sorta
di parapornografia, incapacità di dialogo, timori, prevenzioni,
arroganti e patetici atteggiamenti da "maschio latino" rappresenteranno
sempre la parte più triste di quello che il regista francese
Claude Pinoteau ha idillicamente definito, con due film di grande
successo, "Il tempo delle mele". (Efisio Loi, Il
tempo delle mele in Alessandria, in "La provincia di Alessandria",
n.4, 1983, pp. 35-37).
• ESERCIZIO 7
Da chi è composto il campione sondaggio intervistato da
Gi-Sette? (Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO 8
Quali strumenti sono stati usati per il sondaggio? (Rispondi
per iscritto)
• ESERCIZIO 9
I giovani intervistati parlano volentieri con i genitori dei
loro rapporti sentimentali?
SI - NO
Perché?
Sei d'accordo con loro? (Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO
10
Il
problema dell'amore fra i giovani è entrato
nella legislazione vigente; in data 15 febbraio 1996, infatti, è stata
emanata la legge n. 66 sulle norme contro la violenza sessuàle
che nell'art. 5 stabilisce alcune limitazioni ai rapporti sessuali
fra minori (Non è punibile il minorenne che [ ... ] che
compie atti sessuali con un minorenne che abbia compiuto gli
anni tredici, se la differenza di età tra i soggetti non è superiore
a tre anni). Tale norma ha suscitato parecchie polemiche; scrivi
un breve testo argomentativo per sostenere il tuo parere in
proposito.
DOCUMENTO 5
"Sono chiuso qui in camera da un bel mucchio di ore ormai .... voi
siete lì fuori, e io sono qui dentro. Bella litigata oggi
pomeriggio, eh? Ci è venuta proprio bene, sembrava una vera
guerra.
E' la prima lettera che vi scrivo in vita mia: visto che parlare
non mi riesce (e sembra proprio che non riesca neanche a voi) tento
con la penna, tutti dicono che sono bravo in italiano. Almeno così dovete
solo leggere, non siete obbligati a rispondere subito e potete
pensarci un po'. Pensarci un po': questo è il punto. Avete
sempre tante cose da dire, mi dovete sempre parlare, tu mamma,
la tua frase famosa è: "Ascolta Tommaso ... "
OK, ascolto, ascolto sempre io, ma quello che vorrei provare a
dirti adesso è:
" Ascolta mamma ... ascolta un po' tu, questa volta.
Prima di parlarmi, di sgridarmi per quello che non ho fatto, di
arrabbiarti con me per i mille motivi che hai sempre, di dirmi
quello che pensi, che ne dici di fare la prova e chiedermi se c'è qualcosa
che voglio dire, chiedere, esprimere, spiegare ... ?"
Sì, sì lo so già quello che stai pensandp
adesso: "Ma come se ne esce Tommaso a dire una frase del genere!
Magari ... quando mai questo ragazzo ha parlato? Tutte le volte
che si chiede di parlare, sembra di fargli scontare una pena, sta
sempre lì, col muso lungo e non dice niente, magari parlasse!".
OK, buona osservazione, non ho niente da obiettare: tutto vero,
spesso ho il muso lungo, anzi, "muso duro e beretta fracada" come
dici spesso e volentieri tu papà (chissà se sei lì che
la leggi, questa lettera, sarebbbe strano, no?). Già, ma
ve lo siete mai chiesto il perché di tutto questo? Non che
io lo abbia fatto molte volte e sia capace di rispondervi, ma proprio
adesso qualche idea mi comincia a venire. Provo a dirvene qualcuna.
Veramente non lo so neanch'io perchè sto così, è che
non riesco a stare con voi in modi diversi, più "gentili",
come piacerebbe a voi. Mi sento in un modo strano da un po' di
tempo, non sento più quella contentezza che ero abituato
ad avere dentro e che, quindi, esprimevo sempre con voi. Sono scontroso,
vero? E' questo il problema. Ah, no, non solo, vi rispondo male,
anzi: sono cattivo e maleducato, eccolo qua il problema vero e
proprio. Bè, se vi fa piacere saperlo, sono il primo a starci
male perché sono così.
Ecco, finalmente mi è venuto quello che volevo dire.
Cioè che non ci capisco niente, che tutti mi sgridano e
nessuno mi aiuta a capire, anzi a capirmi perchè, dall'idea
che mi faccio, c'è un gran mondo dentro ad ognuno
di noi, solo che finora non si era mai fatto sentire, e adesso ha
cominciato,
improvvisamente, a fare un gran ca ... ah già,
con te mamma le parolacce non si possono dire (altra cosa misteriosa:
voi sapete che le dico, io so che anche voi ne dite ma, ufficialmente,
nella nostra famiglia nessuno dice parolacce! Boh ... quando volete
sono pronto a ricevere spiegazioni, grazie sin da ora). Insomma,
stavo dicendo, questo mondo che c'è dentro mi sta comunicando
delle cose, mi dà delle sensazioni ... già, delle
sensazioni, non avevo mai capito fino a poco fa il significato
di questa parola, ora, invece, so che si può "sentire":
l'ho sentito proprio! Cioè, non so se mi state capendo,
ma meglio di così non mi viene .... è difficile spiegare,
non so neanch'io cosa voglio dire, ma forse è soltanto che
mi stanno succedendo un sacco di cose nuove, che non conosco, mi
accorgo anch'io che sono diverso e strano, forse antipatico, ma
sono io il primo a non capirmi e a starci male, e allora ... allora
quello di cui ho bisogno è di qualcuno che mi aiuti a capirmi,
a cui anch'io possa chiedere spiegazioni ... insomma qualcuno che
si preoccupi per tutta questa roba che ho dentro, più che
per quello che si vede fuori e che per favore non mi dica che sono
cattivo. Mi fa male che me lo diciate sempre, soprattutto accompagnato
da quel "Guarda com'è buona tua sorella" o "Guarda
com'è buono Marco", che è mio amico e quindi
so per certo che i suoi genitori gli dicono la stessa cosa: "Guarda
com'è buono Tommaso"; dunque, deduco, c'è qualcosa
in cui o voi o i genitori di Marco vi state sbagliando alla grande.
Ho bisogno che mi chiediate come mai sono così, invece di
sgridarmi e, forse, che me lo diciate un po' voi perché sono
così... insomma l'idea che ho bisogno di aiuto non vi viene
proprio?
Pausa.
Tiro il fiato perché non credevo proprio di riuscire a dirvi
una cosa così.
Tommaso ce l'hai fatta, adesso basta che in qualche modo questa
lettera riesci a dargliela e non ti vergogni. E' stata dura perchè non
vi ho mai detto niente del genere, né voi me lo avete mai
chiesto.
Non so se cambierà qualcosa, ma almeno vi ho detto che la
guerra, soprattutto questa guerra, a me non piace, che non mi diverto
in questa situazione: insomma, anch'io non vedo l'ora che tomi
un po' di pace ...
Tommaso, 12 anni" (Paola Milani, Progetto genitori, Milano,
Edizione Erickson, 1993, pp. 13-15).
•
ESERCIZIO
11
Tommaso ci propone il tema dell'incomunicabilità tra
genitori e figli. l'hai riscontrato anche tu? (Rispondi per
iscritto)
DOCUMENTO
6
"1
agosto 1944
Cara Kitty,
"un fastello di contraddizioni" è l'ultima frase della
mia lettera precedente e la prima di quella di oggi. "Un
fastello di contraddizioni", mi puoi spiegare con precisione
che cos'è?
Che cosa significa contraddizione? Come tante altre parole ha
due significati, contraddizione esteriore e contraddizione interiore.
Il primo significato corrisponde al solito "non adattarsi
all'opinione altrui, saperla più lunga degli altri, avere
sempre l'ultima parola", insomma, a tutte quelle sgradevoli
qualità per le quali io sono ben nota. Il secondo ... per
questo, no, non sono nota, è il mio segreto.
Ti ho già più volte spiegato che la mia anima è,
per così dire, divisa in due. Una delle due metà accoglie
la mia esuberante allegria, la mia gioia di vivere, la mia tendenza
a scherzare su tutto e a prendere tutto alla leggera. Con ciò intendo
pure il non scandalizzarsi per un flirt, un bacio, un abbraccio,
uno scherzo poco pulito. Questa metà è quasi sempre
in agguato e scaccia l'altra, che è più bella, più pura
e più profonda. La parte migliore di Anna non è conosciuta
da nessuno, - vero? - e perciò sono così pochi quelli
che mi possono sopportare.
Certo, sono un pagliaccio abbastanza divertente per un pomeriggio,
poi ognuno ne ha abbastanza di me per un mese. Esattamente la stessa
cosa che un film d'amore per le persone serie: una semplice distrazione,
uno svago per una volta, da dimenticare presto, niente di cattivo
ma neppure niente di buono. E' brutto per me doverti dir questo,
ma perchè non dovrei dirlo, quando so che è la verità?
La mia parte leggera e superficiale si libererà sempre troppo
presto della parte più profonda, e quindi prevarrà sempre.
Non ti puoi, immaginare quanto spesso ho cercato di spingere via
quest' Anna, che è soltanto la metà dell' Anna completa,
di prenderla a pugni, di nasconderla; non ci riesco, e so anche
perchè non Cl nesco.
Ho molta paura che tutti coloro che mi conoscono come sono sempre,
debbano scoprire che ho anche un altro lato, un lato più bello
e migliore. Ho paura che mi beffino, che mi trovino ridicola e
sentimentale, che non mi prendano sul serio. Sono abituata a non
essere presa sul serio, ma soltanto l'Anna "leggera" v'è abituata
e lo può sopportare, l'Anna "più grave" è troppo
debole e non ci resisterebbe. Quando riesco a mettere alla ribalta per
un quarto d'ora Anna buona, essa, non appena ha da parlare, si
ritrae come una mimosa, lascia la parola all'Anna n. 1 e, prima
che io me ne accorga, sparisce.
La cara Anna non è dunque ancor mai comparsa in società,
nemmeno una volta, ma in solitudine ha quasi sempre il primato.
lo so precisamente come vorrei essere, come sono di dentro, ma
ahimè, lo sono soltanto per me. E questa è forse,
anzi, la ragione per cui io chiamo me stessa un felice temperamento
interiore e gli altri mi giudicano un felice temperamento esteriore.
Di dentro la pura Anna mi indica la via, di fuori non sono che
una capretta staccatasi dal gregge per troppa esuberanza.
Come ho già detto, sento ogni cosa diversamente da come
la esprimo, e perciò mi qualificano civetta, saccente, lettrice
di romanzetti, smanio sa di correr dietro ai ragazzi. l?Anna allegra
ne ride, dà risposte insolenti, si stringe indifferente
nelle spalle, fa come se non le importasse di nulla, ma ahimè,
l'Anna quieta reagisce in maniera esattamente contraria. Se ho
da essere sincera, debbo confessarti che ciò mi spiace molto,
che faccio enormi sforzi per diventare diversa, ma che ogni volta
mi trovo a combattere contro un nemico più forte di me.
Una voce singhiozza entro di me: "Vedi a che ti sei ridotta:
cattive opinioni, visi beffardi e costernati, gente che ti trova
antipatica, e tutto perchè non hai dato ascolto ai buoni
consigli della tua buona metà". Ahimè, vorrei
ben ascoltarla, ma non va; se sto tranquilla e seria, tutti pensano
che è una nuova commedia, e allora bisogna pur che mi salvi
con uno scherzetto; per tacere della mia famiglia che subito pensa
che io sia ammalata, mi fa ingoiare pillole per il mal di testa
e tavolette per i nervi, mi tasta il collo e la fronte per vedere
se ho la febbre, si informa delle mie evacuazioni e critica il
mio cattivo umore. Non lo sopporto; quando si occupano di me in
questo modo, divento prima impertinente, poi triste e infine rovescio
un'altra volta il mio cuore, volgendo in fuori il lato cattivo,
in dentro il lato buono, e cerco un mezzo per diventare come vorrei
essere e come potrei essere se ... non ci fossero altri uomini
al mondo.
La tua Anna"
(Anna Frank, Diario, Torino, Einaudi, 1954, pp.
247249).
• ESERCIZIO 12
Il messaggio del diario è lo sdoppiamento di personalità nel
giovane e l'emergere delle contraddizioni adolescenziali, sviluppa
questo tema in un testo argomentativo.
DOCUMENTO
7
"7
aprile
Oggi Giorgia mi ha raccontato del suo bimbo. Lo perse in silenzio,
in camera da letto. E' svenuta dal dolore e così, rinchiusa,
i suoi genitori non si sono accorti di nulla. Chi lo voleva un
bambino a sedici anni per la storia di una notte? Ma lei lo ha
amato in un mese di torturante consapevolezza. Oggi è venuta
da me. Dormivo esausta prima di andare a lezione di latino, si è seduta
sul mio letto e mi ha chiamato piano. Le imposte erano socchiuse
e luce poca; ho alzato gli occhi all' orologio: dovevo andare!
Giro gli occhi e lei è lì. I suoi occhi
gonfi di lacrime. Mi ha raccontato la sua storia e singhiozzava.
I.;ho
abbracciata forte e le ho appoggiato una mano sui capelli.
lo in reggiseno e lei che quasi sembrava una colleggiale che non
ha mai guardato fuori dalle mura del collegio. Non è più stata
un'amica, era quella sorella che non ho mai avuto, di cui volevo
essere guida e protezione. E poi era l'ingiustizia della vita:
ti caccia impreparata nella sofferenza!" (Anna Squassabia,
Diario, in A. Fattori, F. Roncoroni, M. Sboarina, Lo spazio
del testo, Milano, Amoldo Mondadori Scuola, 1995, p. 173).
• ESERCIZIO
13
Sottolinea gli stati d'animo di Giorgia circa il bambino che ha
perduto.
• ESERCIZIO 14
Pensi che a sedici anni si possano affrontare consapevolmente la
maternità e la paternità? (Rispondi per iscritto
motivando la tua risposta)
• ESERCIZIO 15
Dopo aver letto i documenti 5, 6, 7 dì quali sentimenti
accomunano Tommaso,
Anna e Giorgia? (Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO
16
I documenti 5, 6, 7, parlano di sentimenti e questo chiaramente esula dal campo
della legislazione;
ma secondo te il diritto-dovere di educare i figli di cui si parla nell'art.
30 della Costituzione implica anche il diritto-dovere
di prestare la massima attenzione ai problemi e della personalità degli
adolescenti nell'ambito della famiglia?
SI - NO
Perchè?
• ESERCIZIO
17
Come sono i tuoi rapporti con la famiglia?, e come vedono in genere
i giovani la famiglia? (Rispondi per iscritto)
DOCUMENTO 8
"Dal punto di vista culturale, gli anni Cinquanta sono stati un
momento di grande rivolgimento nel costume italiano, e probabilmente
sono stati il periodo di massima ridefinizione dello statuto di "giovane".
Dalla fine della guerra e per dieci anni, infatti, il nuovo clima
democratico
permetteva per la prima volta l'assorbimento di modelli anomali di
comportamento,
e dunque un incredibile eclettismo culturale.
[ . .,] I punti di riferimento sono per lo più la morale
cattolica o la morale di sinistra, parimenti rigide. E continua
anche il sistema di
consumi e comportamenti piccolo-borghesi di sempre. Tuttavia,
l' eclettismo che si diceva consentiva anche che alcuni modelli
di importazione (americano, francese, inglese) si mescolassero
con risultati spesso - per il panorama italiano - rivoluzionari.
Fenomeni apparentemente di piccolo conto, come il chewing gum,
i blue jeans, il boogie-woogie; l'uscita serale delle ragazze
da sole; una moda maschile e femminile spregiudicata, anche se
magari fatta in casa; le sigarette in bocca anche ai ragazzini;
il colore nero "all' esistenzialista"; la conquista
della notte come momento di incontro e di divertimento; il jazz,
la canzone "nera" francese; la motocicletta "tradotta" in
scooter; ebbene, tutti questi piccoli elementi portano a grandi
trasformazioni antropologiche. In particolare, il primo effetto è quello
di dare l'idea che la condizione giovanile sia una condizione "a
parte", dotata di sue caratteristiche quasi di classe. Il
giovane degli anni Cinquanta tenta infatti di abitudine di porsi "fuori
controllo", sia dalla famiglia che dalla società con
le sue diramazioni (la scuola in testa). Ha i suoi luoghi di
incontro (il bar col biliardino e il juke box, ad esempio), i
suoi orari (appunto la notte), le sue "tenute", quando
non addirittura la sua moda, e persino il suo linguaggio, fatto
di neologismi (Bruno Migliorini rileverà la forte diffusione
di "gerghi" giovanili nelle metropoli durante gli annni
Cinquanta), e soprattutto di forestierismi, visto che la maggior
parte della popolazione non conosce idiomi stranieri ed è ancora
allle prese coi dialetti. Questo mondo "fuori controllo",
o comunque "a parte", contiene implicitamente una forma
di ribellismo e di inquietudine che gli permette di assorbire
anche dei veri modi "ribelli" che all'estero sono forse
più circoscritti e superficiali. I teddy boys americani
o i blousons noirs francesi da noi sono decisamente più antiistituzionali
e radicati di quanto invece il numero e la visibilità dei
casi concreti possano far apparire. Il giovane ribelle è infatti
non violento come a New York o a Parigi, e probabilmente meno
libero. Tuttavia può assumere forme varie. Si va dal giovanotto
di borgata disoccupato e non scolarizzato (estensione dello sciuscià resistenziale),
all'intellettuale che partecipia ai centri di cultura giovanile
con qualche ambizione artistica (ad esempio nel centro Santa
Tecla di Milano, dove si ascoltava il jazz, ci si vestiva attillati
e di nero, si leggevano le poesie esistenzialiste e si assisteva
al cabaret). [ ... ]
Il ribellismo degli anni Cinquanta tende piuttosto alla non-accettazione,
alla separazione, al distacco fra i "giovani" e il "resto" del
corpo sociale. Il bisogno di rinnovamento non coinvolge pienamente
la società: e i suoi simboli passano, come si diceva,
attraverso il diversissimo parco di oggetti che l'industria ha
fatto entrare, al galoppo, nel paese. Ad esempio: la motorizzazione è un
fenomeno globale dell 'Italia del dopoguerra, ma il suo uso da
parte dei
giovani è "separato"; nella piccola
automobile presa a prestito si consumano amori precedentemente
non previsti. Il viaggio diventa una pratica di diversità.
Si vive nel senso di una nuova libertà nell'uso del tempo.
Queste, cioè la libertà ed il tempo, sono le due
parole chiave per comprendere il mutamento di definizione del "giovane" negli
anni Cinquanta. Ed entrambe vanno o fatte risalire al mutato paesaggio
sociale del periodo bellico e della ricostruzione. La libertà:
non intendiamo qui il valore della libertà arrivato con
la democrazia o riscattato con la guerra civile, ma piuttosto la
libertà in senso pratico e quotidiano. Non v'è dubbio
che la guerra, la resistenza, l'occupazione alleata hanno contribuito
ad eliminare molto del controllo familiare o collettivo sui giovani.
Il periodo bellico e la ricostruzione sono infatti un momento "franco" di
vita anche per le nuove generazioni, sia direttamente, sia attraverso
il fatto che gli "adulti" usciti dalla guerra stessa
sentono un profondo bisogno di risarcimento di esperienze che il
conflitto non ha concesso, e di conseguenza a loro volta sono propensi
ad un rilassamento del controllo sui giovani. Il tempo: anche qui
va detto che l'assorbimento, magari acritico, dei modelli comportamentali
delle civiltà avanzate produce un differente senso del rapporto
fra generazioni. Se prima il destino della discendenza era sentito
come continuazione di mestieri e professioni secondo tradizione
familiare, nel dopoguerra invece si fa strada il sentimento (in
parte neocapitalistico) di un futuro diverso e migliore per i propri
figli. La conseguenza immediata è che, ad esempio, si dà sempre
maggiore importanza al titolo di studio ("il pezzo di carta")
nella certezze che la cultura servirà alla scalata sociale.
Gli anni Cinquanta vedono infatti il primo balzo numerico nella
scolarizzazione, anche universitaria, delle classi meno abbienti.
L'accrescimento del periodo degli studi ha però un corollario,
ovvero quello di trasformare il significato della giovinezza da
periodo di avviamento graduale al futuro a momento di preparazione
intellettuale al futuro, dando al termine "giovane" una
separatezza dalla società che prima forse non aveva. È ovvio
che la scolarizzazione investe soprattutto il Nord e i centri urbani.
Però la novità della trasformazione tocca sia pure
con gradi diversi tutto il paese, e si diffonde anche laddove invece
si resta ancorati alla tradizione di provincia, contadina, del
lavoro giovanile. Sono i miti urbani della "neutralità" del
tempo che si diffondono, soprattutto attraverso i consumi. La giovinezza è pertanto
uno spazio ed un tempo separato, franco, libero nell'immaginario
collettivo dell' epoca, e come tale resisterà lungamente,
almeno fino alla seconda metà degli anni Ottanta." (Omar
Calabrese, Appunti per una storia dei giovani in Italia,
in AA.VV, La
vita privata. Il Novecento, Bari, Laterza, 1988,
pp. 90-93).
• ESERCIZIO
18
Sottolinea i comportamenti trasgressivi dei giovani negli anni
Cinquanta.
• ESERCIZIO 19
Dì se le seguenti affermazioni sono vere o false. (Metti
una crocetta su V o F)
a) La ribellione dei giovani negli anni Cinquanta ha fini
politici V - F
b)
I giovani vivono in modo diverso dagli adulti il fenomeno della motorizzazione
V - F
c) Il periodo bellico e quello resistenziale insegnano ai giovani
il valore della libertà V - F
d) Per i giovani degli anni Cinquanta la cultura è un valore
V - F
DOCUMENTO
9
"Non è facile raccontare, a quasi 20 anni di distanza, quello
che è successo nelle università italiane nel 1968.
[ ... ] Per capire perché, a un certo punto, un'intera generazione
di giovani abbia sentito il bisogno di ribellarsi contro l'ordine
esistente, bisogna fare riferimento al contesto entro cui questo
movimento si è collocato. La prima cosa da osservare è che
il movimento del '68 è stato un movimento internazionale:
verso la seconda metà degli anni Sessanta, un po' in tutto
il mondo, si sono sviluppate contemporaneamente forme di lotta,
di contestazione, di ribellione. [ ... ]
Ma da dove nasceva questa generale esplosione di movimenti soprattutto
giovanili? Una prima spiegazione sta nel fatto che in quegli anni
la condizione dei giovani era profondamente mutata in tutte le
società industriali grazie allo sviluppo della scuola. Fino
a poco tempo prima la scuola superiore e l'università erano
riservate ad una ristretta élite e la maggior parte dei
giovani andava a lavorare prestissimo e quindi entrava subito a
far parte del mondo del lavoro. Con la crescita dell'istruzione,
che avviene in Italia, soprattutto a partire dalla fine della seconda
guerra mondiale, un numero sempre più alto di giovani proveniente
da tutte le classi sociali comincia a frequentare la scuola: negli
anni '50 c'è il boom della scuola media, nel '60 e '70,
quello dei licei e degli istituti tecnici e, in misura più limitata,
dell 'università. L'ingresso nel mondo del lavoro viene
quindi ritardato per un numero crescente di giovani: la scuola
costituisce, per loro, un'importante occasione di contatto,
di socializzazione e di scambio che prima non esisteva; essi si trovano
in una condizione
di particolare libertà,
sia pure transitoria: non sono più soggetti alla famiglia
e non sono ancora soggetti al lavoro. Essi tendono ad esprimere
perciò, in forma collettiva, bisogni, idèe, modi
di pensare che sono diversi dalla società adulta. Questo
processo è andato ancora avanti: oggi è evidente
che i giovani costituiscono, per molti aspetti, un gruppo sociale
a sè stante, abbastanza omogeneo, che ha certi segni distintivi,
si veste in un certo modo, ascolta certa musica, ecc. Questo fenomeno,
che allora stava nascendo, non spiega da solo la nascita dei movimenti
degli anni Sessanta, ma ne è un importante presupposto.
Un secondo aspetto va tenuto presente. I 20 anni che erano trascorsi
dalla fine della guerra avevano rappresentato il trionfo della
società industriale in America e in Europa: c'era stato
uno sviluppo economico continuo e senza precedenti; non c'erano
più state guerre all'interno dei paesi industrializzati.
[ ... ]
Il trionfo della società industriale portava con sè alcune
grandi certezze. Prima di tutto essa offriva la certezza del progresso,
attraverso lo sviluppo della tecnologia; si diffondeva cioè l'idea
che con la crescita inarrestabile della scienza e della tecnica
gli uomini sarebbero stati progressivamente liberati dalla fatica
e che tutti i problemi dell'umanità sarebbero stati risolti.
In secondo luogo la società industriale sembrava in grado
di promettere la distribuzione del benessere per tutti, attraverso
i consumi. Le automobili, i televisori, gli elettrodomestici cominciavano
a diventare alla portata di tutti, creando condizioni
generali di vita che fino a pochi decenni prima erano del tutto
impensabili.
Infine la società industriale prometteva la massima realizzazione
della democrazia: essa offriva a tutti i cittadini, ricchi e poveri,
capitalisti e operai, il diritto di eleggere i propri governanti
e si presentava perciò come una società basata sul
consenso e non sulla violenza.
Ma questa visione ottimistica, a un certo punto, ha cominciato
a venire meno; quelle certezze hanno cominciato a vacillare. In
tutto il mondo, soprattutto tra i giovani, ha cominciato a diffondersi
una profonda sfiducia sul fatto che la società industriale
fosse in grado di realizzare effettivamente quel progresso, quel
benessere, quella democrazia che essa prometteva. [ ... ]
Accanto alle grandi manifestazioni (contro la guerra nel Vietnam,
contro l'apartheid) si diffondono, tra i giovani, anche altri fenomeni
di rifiuto dei valori dominanti nella società: per esempio
gli hippies in America decidono di "tirarsi fuori" dalla
società adulta, competitiva e produttiva e di vivere secondo
regole basate sulla fratellanza, la solidarietà, l'amore. "Make
love, not war", "fate l'amore e non fate la guerra" è lo
slogan pacifista di quegli anni, che mostra la contrapposizione
tra i valori della società adulta e quelli che si affermano
tra i giovani. [ ... ]
Un aspetto importante della cultura del '68, che si manifesta nelle
occupazioni delle università, è l'idea che il movimento
non debba chiedere qualcosa alle autorità ma che debbba
agire direttamente per modificare la situazione esistente: non
quindi un movimento rivendicativo, ma un movimento di contestazione,
di critica,
di azione diretta. Far parte del movimento significa agire in
prima
persona, impegnarsi direttamente per cambiare le
cose: non viene riconosciuto nessun diritto di parola a chi non è presente,
agli apatici, ai disimpegnati.
Ciò comporta una critica a fondo della democrazia rappresentativa
su cui si basano le società contemporanee. Alla democrazia
basata sulla delega, viene contrapposta una democrazia basata sulla
partecipazione. Democrazia non significa delegare a propri rappresentanti
il potere di decidere, ma discutere e agire insieme, collettivamente.
Il luogo in cui si realizza tale forma di democrazia è,
all'interno del movimento, quello dell'assemblea generale, dove
i partecipanti non si limitano a depositare la scheda in un 'urna,
ma discutono tra di loro, vagliano le proposte alternative, discutono
insieme.
[ ... ] Questa trasformazione investe tanto gli aspetti più secondari,
come il modo di vestirsi (nelle università era d'obbligo
prima del '68 presentarsi in giacca e cravatta, secondo uno stile
omogeneo, grigio e formale), quanto quelli più importanti:
la partecipazione al movimento implica spesso rotture anche aspre
con le famiglie, l'uscita di casa, il tentativo di creare, anche
nella vita quotidiana, relazioni comunitarie con i "compagni",
rompere con l'isolamento individualistico della società borghese.
Non si tratta soltanto di una lotta contro il potere, ma anche
di un processo di trasformazione di se stessi, che ha segnato profondamente
molti di noi anche nelle scelte di vita, di militanza e di lavoro
per tutti gli anni successivi." (Luigi Bobbio, Il movimento
del 1968 nell'università, in AA.VV., Cinque lezioni
sul Sessantotto, Dossier di RS, Torino, 1987).
• ESERCIZIO
20
Sottolinea
le caratteristiche connesse alla società industriale
degli anni Sessanta.
• ESERCIZIO
21
Dì se le seguenti affermazioni sono vere o false (Metti
una crocetta su V o F)
a) il movimento del '68 si basa sulla democrazia diretta V
- F
b)
il movimento del '68 si contrapppone alla democrazia basata sulla
delega V - F
c)
il movimento del '68 è riformista V - F
d) il luogo di elaborazione del movimento del '68 è l'assemblea
generale V - F
• ESERCIZIO 22
Il modo di intendere la democrazia dei giovani sessantottini, secondo
te, è in accordo con la Costituzione (Cfr. artt. 1, 48,
75)? Se sì, quali differenze noti? (Rispondi per iscritto
motivando la tua risposta)
• ESERCIZIO 23
Che cosa ritieni sia ancora valido oggi delle richieste del movimento del '68? (Rispondi
per iscritto)
DOCUMENTO
10
"[ ... ] Il fenomeno dell '''adolescenza lunga" interessa tutto
l'Occidente ma assume in Italia dimensioni assolutamente sconosciute
nelle altre realtà europee. La caratteristica distintiva
principale del nostro paese, rispetto alle altre nazioni industrializzate,
sembra essere proprio questa: l' 80% dei giovani italiani tra i
15 e i 29 anni vive in famiglia e, fra i ventinovenni, circa la
metà dei maschi e più di un quarto delle giovani
donne vivono ancora con i propri genitori (Cavalli, De Lillo 1993).
Il fenomeno descritto assume notevole interesse in quanto influenza
la strutttura stessa della famiglia, e incide sui rapporti che
in essa si intrecciano da un lato e sulla concezione stessa dell'età adulta
dall'altro.
Sono state proposte interpretazioni diverse, forse solo apparentemente
contrastanti, del tipo di rapporti che si instaurano quando i figli
già adulti vivono in famiglia.
La prima intende la "famiglia lunga" come un luogo opprimente
dove i giovani sperimentano una condizione di dipendenza e di subalternità affettiva
nei confronti dei genitori che, proteggendo i figli in un abbraccio
caldo e soffocante, impediscono loro di individuarsi e di separarsi,
di "vedere" il proprio futuro e di costruirlo. La condizione
del giovane adulto che vive nalla casa "di procreazione" sarebbe
allora quella di un eterno bambino, che non si assume gli oneri
e gli onori che l'autonomia porta con sè in quanto invischiato
in relazioni totalizzanti ed onnipervasive.
La seconda interpretazione vede questo fenomeno come l'effetto
di un processo di democratizzazione e modernizzazione della famiglia
italiana. La descrizione delle relazioni familiari muta radicalmente,
siamo di fronte a figli che godono all'interno della famiglia di
spazi di autonomia assai ampia, di un rispetto e di una privacy
sconosciute alle generazioni precedenti. Si tratta di situazioni
dove le
differenze generazionali si attenuano, in cui
i genitori e i figli vivono all'interno di una sorta di "patto
fraterno" che consente relazioni paritetiche. In questo caso
la separazione dai genitori sarebbe rimandata sine die non tanto
in quanto segnata dalla colpa e dalla paura ma piuttosto perchè la
dimensione del conflitto, quale motore fondamentale dell'autonomia,
sarebbe assai attenuata se non assente. All'autonomia dalla famiglia
viene così contrapposta l' autonomia nella famiglia. Le
due spiegazioni sono solo apparentemente antinomiche. [ ... ]
I giovani sembrano quindi sperimentare contemporaneamente desideri
di protezione e di appartenenza da un lato e desideri di esplorazione
e di autonomia dall'altro. Una condizione naturale in adolescenza,
ma oggi il secondo polo, quello dell'autonomia, connotato con meno
urgenza, per molti si è sbiadito.
E' così che i figli con un lavoro stabile, con una relazione
sentimentale ormai consolidata e con una casa propria bella come
quella dei genitori, magari ubicata nello stesso quartiere, decidono
di sposarsi e di andarsene ma sentono di non poterIo fare perché la
madre e il padre sono ormai anziani e soffrirebbero troppo per
la separazione. Allora, pur non desistendo dall'impresa, ormai
datata, della propria autonomizzazione, rimandano ancora per qualche
tempo il momento della separazione, per vedere come vanno le cose,
senza troppi conflitti ma ormai forse anche senza grandi passioni." (Elena
Rosci, Le lunghe adolescenze dell 'Italia oggi, in Stato
dell'Italia, a cura di Paul Ginsborg, Milano, Il Saggiatore, B.
Mondadori, 1994,
pp. 301-303).
• ESERCIZIO 24
Da qualche decennio la conflittualità sembra scemare: leggi attentamente il documento e completa la seguente
tabella sulle due interpretazioni della famiglia lunga:
|
Autonomia
dalla famiglia |
Autonomia
nella famiglia |
Condizione
dei figli |
|
|
Comportamento
dei genitori |
|
|
Conseguenze
del comportamento di
figli e genitori |
|
|
Tipo di relazione nella famiglia |
|
|
DOCUMENTO
11
"l
.. ] "No Future", nessun futuro, lo slogan apoca!ittico
che aveva dominato il mondo giovanile alla fine degli anni settanta,
in Italia si era intrecciato con la diffusa militanza politica,
dando vita a quell' esperienza a suo modo unica di contaminazione
fra innovazione linguistica e radicalismo poltico passato alla
storia come "movimento del '77". All'inizio degli anni
ottanta, questo quadro appare già completamente trasfigurato.
Terminato con una secca sconfitta il decennio di rivolta 1968-78,
la sperimentazione linguistica e culturale abbandona i lidi della
politica per indirizzarsi univocamente verso quelli dell'avanguardia
espressiva. Il mondo giovanile si fa così laboratorio permanente
da cui escono gli stili che segneranno il decennio: "nonsense" demenziale,
visionarietà apocalittica, primato della satira, gusto delle
citazioni, frammentazione del racconto, patchwork di stili diversi.
[ ... ]
Ma la produzione culturale, per quanto determinante, riguarda in
prima persona solo una minoranza di giovani. Venuto meno il vincolo
della politica, l'universo giovanile anni ottanta esplode e si
divide in gmppi tra loro non comunicanti.! cosidetti "paninari" incarnano
al meglio illook e lo stile di giovani che ingannano il tempo tra
discoteche e ricerca di lavoro, miraggio di folgoranti carriere
yuppie e cura dell'abbigliamento.
[ ... ] Restano invece escluse da qualsiasi circuito ufficiale,
ma non certo dalla realtà degli adolescenti le sottoculture
hooligans, i circoli delle tifoserie presenti in tutte le principali
città. Violente, spesso attraversate da ventate razziste,
le sottoculture calcistiche raccolgono tutta la carica di fmstrazione,
rabbia e insoddisfazione che negli anni settanta si era parzialmente
incanalata nella militanza politica. Divise all'inizio in tifesorie
di destra o di sinistra a seconda della squadra del cuore, gli
ultrà si
sono tutti caratterizzati nel corso degli anni ottanta come tendenzialmente
di destra.
Sul finire del decennio la tendenza s'inverte d'improvviso. Gli
anni d'oro della telelevisione sono terminati. Le reti private,
ormai affermate, non hanno più bisogno di pescare freneticamente
nei laboratori giovanili. La crisi bussa alle porte, ed impone
tagli drastici alla produzione. La nuova onda della ricerca giovanile
parte ancora una volta dall'innovazione tecnologica, non più i
computer ma la virtual reality, tecnologia ancora in fase sperimentale
che trasforma lo spettatore in attore, offrendogli l'illusione
di vivere nella realtà trasmessa dagli schermi.
[ ... ] In Italia il fenomeno "cyberpunk" viene ripreso
da alcuni centri sociali, in particolare quello milanese di Conchetta,
che ne coniugano le suggestioni ipertecnologiche con un più classico
radicalismo politico.
[ ... ] Ma il "cyberpunk" esaurisce solo in parte l'attività dei
centri sociali che, nati alla fine degli anni settanta e moltiplicati
si nel decennio successivo, rappresentano una delle poche realtà collettive
giovanili presenti nei primi anni novanta.
Sebbene caratterizzate principalmente dall'estremismo politico
operano essenzialmente sul piano della produzione e del consumo
culturale, in primo luogo musicale ma non solo. Nei centri viene
riadattato alla realtà italiana il rap dei ghetti americani.
[ ... ] Infine, anche in Italia, come nel resto d'Europa, sono
comparsi negli ultimi annni gli skinheads gmppo sottoculturale
razzista e fascista nato nell'Inghilterra degli anni sessanta.
Le "teste rasate", spesso ultrà legati alle tifoserie
più violente degli stadi, hanno in parte aderito all'inizio
di questo decennio a formazioni neonaziste, come il Movimento politico,
sciolte nel 1993 per ordine del ministero degli interni." (Andrea
Colombo, La cultura giovani/e:
dalla tv alla realtà virtuale, in Stato
dell'Italia,
cit., pp. 609-610).
• ESERCIZIO
25
Sottolinea la definizione del "movimento del 77".
• ESERCIZIO 26
Dove si rifugiano i giovani dopo la sconfitta del decennio
di rivolta '68-77? (Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO
27
Parla del rapporto cyberpunk e gruppi sociali.
• ESERCIZIO
28
Chi sono gli skinheads? (Rispondi per iscritto)
• ESERCIZIO
29
Scrivi un breve testo argomentativo sul tuo gruppo di amici e sui vostri interessi.
• ESERCIZIO 30
Tenendo conto di quanto letto compila la tabella attribuendo
rispettivamente al padre o alla madre le seguenti caratteristiche:
intellettive, affettive, di
socializzazione, di autorevolezza, di mediazione dei conflitti, di maggior
dialogo, di autoritarismo, di intolleranza, di violenza,
di autorità politica,
di autorità morale.
• ESERCIZIO
31
La
Costituzione parla esplicitamente in taluni articoli (art.37) dei
diritti
dei giovani; in altri (artt. 17, 18, 19,21,49,50) questi
sono contenuti implicitamente; in altri ancora (art.3) per omissione
sancisce una differenza giuridica tra adulti e minori; tale differenza
che si fonda sul presupposto che col raggiungimento di una determinata
età l'individuo diventa responsabile delle proprie scelte è anche
una tutela per i minori. Secondo te, dal momento che si parla insistentemente
di revisione della Costituzione, sarebbe opportuno modificare gli
articoli riguardanti i giovani? Motiva la tua risposta scrivendo
un testo argomentativo che tenga conto dei seguenti aspetti: soggettività dei
giovani, opinione dei giovani sulla famiglia, atteggiamento della
famiglia e della società nei confronti dei giovani, importanza
della parità nel diritto riferito ai giovani, altri diritti
del cittadino per i giovani.
I
DOCUMENTI SONO TRATTI DA:
AA.VV.,
Le donne e la Costituzione, Roma, Camera dei Deputati,
1989.
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