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Giovani e Costituzione. I presupposti di un nuovo protagonismo nella famiglia e nella società. Uguaglianza nel diritto
di Chiara Campese e Giovanna Gola

 

Giovani e Costituzione. I presupposti di un nuovo protagonismo nella famiglia e nella società. Uguaglianza nel diritto di Chiara Campese e Giovanna Gola

La cittadinanza al femminile. I diritti dimezzati di Graziella Gaballo

Costituzione e teoria della società giusta di Massimo Cellerino

testo tratto da Orizzonte Costituzione. Materiali per un laboratorio, a cura di Giorgio Canestri e Luciana Ziruolo, Alessandria, Consiglio regionale del Piemonte, Istituto storico per lo studio della Resistenza e della società contemporanea di Alessandria, 1998

 

 

Il percorso didattico sui giovani e la Costituzione consta di documenti storici, giuridici, letterari e autobiografici, accompagnati da esercizi. Questi, graduati per difficoltà, comprendono variabili da selezionare, tabelle classificatorie, risposte chiuse e a stimolazione aperta. Hanno lo scopo di suscitare la riflessione critica degli allievi sul protagonismo giovanile nella società odierna, verificando in quale entità venga valorizzata la soggettività dei giovani.
Gli obiettivi didattici che abbiamo inteso realizzare sono i seguenti: - individuare le parti della Costituzione che si riferiscono ai giovani;
- verificare la rispondenza della società reale, cioè l'effettiva applicazione degli articoli di legge nella
quotidianità;
- accennare agli enti assistenziali nel passato come confronto con il presente;
- osservare gli sviluppi delle problematiche attraverso la legislazione successiva alla Costituzione;
- esaminare le esperienze dirette dei giovani attraverso scritti autobiografici;
- analizzare alcune statistiche aggiornate sull'analfabetismo;
All'inizio del percorso abbiamo proposto un questionario utile ad accertare il vissuto degli allievi sui problemi indicati; l'indagine consente, inoltre, di affrontare una discussione in classè.
Riteniamo che la proposta didattica sia adatta a studenti della scuola secondaria superiore e si presti a collegamenti con diritto ed educazione civica.



SEZIONI DEL PERCORSO DIDATTICO

• LA COSTITUZIONE APPLICATA
• LA COSTITUZIONE INAPPLICATA
• LA COSTITUZIONE SUPERATA

 

QUESTIONARIO
I GIOVANI, LA FAMIGLIA E L'AMORE

1) QUANTO TEMPO DELLA TUA GIORNATA - FATTE SALVE LE ORE DELLA SCUOLA - TRASCORRI IN CASA CON I TUOI? (barra una sola risposta)
100%
75%
50%
25%
10% o meno.

2) È POSSIBILE PER TE ESSERE SINCERO IN FAMIGLIA? (barra una sola risposta)
Molto sincero
Abbastanza sincero
Così così
Poco sincero
Per niente sincero

3) IN FAMIGLIA COME TI SENTI? (barra una sola risposta)
Molto bene
Abbastanza bene
Così così
Male
Molto male

4) QUALI DEI COMPORTAMENTI SOTTO-ELENCATI SONO CONSENTITI O PROIBITI IN CASA TUA? (barra le risposte nel quadrato scelto)
a) uscire dopo cena
sempre proibito
talvolta consentito
sempre consentito
b) tornare a casa tardi la sera dopo cena
sempre proibito
talvolta consentito
sempre consentito
c) star fuori molto tempo senza orario
sempre proibito
talvolta consentito
sempre consentito
d) uscire solo/a con il/la tuo/a ragazzo/a
sempre proibito
talvolta consentito
sempre consentito
e) dormire fuori casa
sempre proibito
talvolta consentito
sempre consentito
f) fare vacanze con amici di ambo i sessi
sempre proibito
talvolta consentito
sempre consentito
g) tenere un animale
sempre proibito
talvolta consentito
sempre consentito
h) altro

5) IL RAPPORTO DI COPPIA È SOSTENUTO DA:
(barra le tre caselle che ritieni più significative)
Amore
Fiducia
Dialogo
Attrazione fisica
Impegni ed interessi comuni
Non sentirsi soli
Abitudine
Interesse economico
Altro

6) UN RAPPORTO DI COPPIA PUO' ESSERE PRECEDUTO DALL'AMICIZIA?
(barra una sola risposta)
Si
No
Raramente
Non risponde

7) CHE COSA TI ASPETTI DAL RAPPORTO DI COPPIA? (barra le tre risposte che ritieni più significative)
Crescita e maturazione comune e personale
Soddisfazione sessuale
Una futura sistemazione
Comprensione e possibilità di sfogarsi
Poter realizzare le proprie esigenze di affermazione
Sentirsi protetti
Poter uscire dal proprio ambiente familiare
Altro

8) QUAL È IL SIGNIFICATO DEL RAPPORTO SESSUALE? (barra le tre risposte che ritieni più significative)
Esprimere affetto e tenerezza
Dare vita ad un altro essere
Dare sfogo ad un impulso naturale
Comunicare in modo profondo tra due persone
Raggiungere il piacere
Conoscere le persone e fare nuove esperienze
Completamento indispensabile nel rapporto tra due persone
Fattore marginale nel rapporto di coppia

 

LA COSTITUZIONE APPLICATA


DOCUMENTO 1

"Il compito di affrontare l'articolazione sulla legislazione familiare era stato dunque affidato agli onorevoli Camillo Corsanego e Nilde Jotti - espressione dei due filoni di pensiero cristiano e marxista - che presentano alla sottocommissione le rispettive proposte.
[Per l'esponente della D.C.] La famiglia costituisce dunque un valore assoluto ed intrinseco, a cui sia lo Stato che i singoli debbono riconoscere priorità.
[ ... ] Conseguente è l'atteggiamento verso i figli ille
gittimi: pur auspicando che si eviti di "far gravare su creature innocenti un perpetuo marchio d'infamia", non si dovrà d'altro lato "sconvolgere l'ordine morale ed economico della famiglia immettendovi (anche contro la volontà del coniuge innocente) i figli illegittimi a parità di diritti con quelli legittimi"." (Anna Appari, Il nodo della legislazione familiare, in AA.VV, Il Parlamento Italiano 1861-1992, VoI XlV, Milano, Nuova Cei,1988, p. 193).

ESERCIZIO 1
Come sono definiti da Corsanego i figli illegittimi? (Rispondi per iscritto)


DOCUMENTO 2

"Commissione dei settantacinque
Prima sottocommissione (seduta del 3 O ottobre 1946) [Per sveltire i lavori dell 'Assemblea Costituente il 15 luglio 1946, i 556 Costituenti incaricarono Giuseppe Saragat di designare 75 membri (nel rispetto della proporzionalità fra i gruppi parlamentari) a cui verrà poi affidato l'incarico di elaborare il Progetto costituzionale. Tale Commissione nella riunione del 20 luglio si divise in tre Sottocommissioni: la Prima si occupò dei diritti e doveri dei cittadini; la Seconda dell'ordine costituzionale della Repubblica; la Terza dei diritti e doveri economico-sociali].
lOTTI LEONILDE, Relatrice, Osserva infine che l'onorevole Corsanego non è favorevole - circa la terza questione riguardante i figli illegittimi - alla formula da
lei proposta, perchè ritiene che possa ledere l'istituto della famiglia. Fa presente che tale dizione riconosce ai figli illegittimi le stesse condizioni giuridiche fatte ai legittimi e non afferma il principio - come ha detto 1'onorevole Corsanego - che i figli illegittimi debbano essere accolti nell'ambito della famiglia. Ritiene quindi che una disposizione del genere non venga a ledere l'istituto della famiglia, ma a tutelarlo, perchè il fatto di ammettere che i figli illegittimi abbiano le stesse condizioni giuridiche dei legittimi costituirà un freno alla procreazione di figli fuori del matrimonio.". (AA.VV., Le donne e la Costituzione, Atti del Convegno promosso dall' Associazione degli ex-parlamentari. Roma, 22-23 marzo 1988, Roma, Camera dei Deputati, 1989, pp. 321-322).

ESERCIZIO 2
Perchè secondo l'on. lotti la tutela dei figli illegittimi non lede l'istituto della famiglia? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 3
Dopo aver esaminato i documenti 1 e 2 dì qual è la differenza sostanziale tra i due punti di vista. (Rispondi per iscritto)


DOCUMENTO 3

"Assemblea plenaria
(seduta del 17 antim., 19 pomo e 21 pomo aprile 1947) GALLICO SPANO NADIA [P.c.I.] Ad altri rappor-
ti interni della famiglia la Costituzione deve dedicare la sua attenzione: quelli dei genitori verso i figli.
Il primo comma afferma i doveri e i diritti dei genitori e specialmente i doveri che i genitori hanno verso i figli. Lo approviamo senz'altro, quantunque nella seconda parte sia necessario di precisare meglio, per quali motivi e in quali condizioni, lo Stato si deve sostituire ai genitori.
Vi è da chiarire la spinosa questione dei figli illegittimi: essa appassiona l'opinione pubblica, ma a me sembra che in questa Assemblea sia stata finora impostata male. E' stata impostata infatti da alcuni oratori sulla pietà, sulla compassione; si è detto che i figli illegittimi non hannno nessuna colpa, che sarebbe opportuno potere impedire che la colpa dei genitori ricada sui figli innocenti, ma che praticamente non si può realizzare tale desiderio. Si è citato per sostenere questa tesi il paragone delle tare fisiche. Ma noi vogliamo appunto che anche per le questioni fisiche la colpa dei genitori non
ricada sui figli ed in ogni modo non possiamo ammettere, senza tentare di arginarla, che questa piaga dell' eredità si estenda anche sul terreno morale. E' la questione nel suo complesso che è impostata male, perchè non si tratta né di compassione né di pietà, si tratta di stabilire prima di tutto un diritto di eguaglianza che è stato sancito dall'articolo 3. Nell'articolo 3 non si è detto che vi era una categoria di cittadini che aveva diritto soltanto alla pietà e non alla eguaglianza di tutti i diritti; si è detto che tutti sono eguali di fronte alla legge. E le affermazioni fatte in quell'articolo debbono essere riconfermate e non si deve cercare su questioni particolari di infirmarne il valore.
Vaffermazione di questo principio di eguaglianza a favore dei figli illegittimi è un richiamo al senso di responsabilità dei genitori, perchè se vi è colpa vi è responsabilità e questa appartiene solo ai genitori.
E' evidente che dobbiamo lasciare al legislatore il modo di risolvere praticamente la questione della parità dei diritti dei figli illegittimi, questione che interessa un gran numero di cittadini." (AA.VV, Le donne e la Costituzione, cit., pp. 344-345).

ESERCIZIO 4

A quale parte dell'articolo 3 fa riferimento l'on. Gallico per sostenere i diritti dei figli illegittimi e perchè? (Rispondi per iscritto)


DOCUMENTO 4

"Infine, sempre in quegli anni, per la prima volta l 'D.D.I. * sollevò la grande questione dei servizi sociali della prima infanzia, in particolare le scuole materne e gli asili-nido. Se oggi andiamo a riguardare come motivammo i servizi allora ne vediamo i limiti: i servizi venivano richiesti soprattutto partendo da una urgenza della donna lavoratrice, quindi in funzione di un alleggerimento del doppio lavoro come una condizione da alleggerire, ma tipica della realtà della donna.
Eppure si trattò di una grande rottura, anche culturale: aver posto per la prima volta la questione che l'allevamento, la cura, l'educazione, la storia dei bambini, non erano compiti delle sole donne, ma costituivano una funzione in cui la società doveva intervenire.
Furono anni in cui su queste questioni lo scontro culturale, particolarmente con le donne della D.C. [Democrazia Cristiana] - ma non solo con loro - fu molto aspro: ci si accusava di mettere in secondo piano il va
lore del ruolo e dell'educazione materna; e quando via via si concretò la legge istitutiva degli asili-nido, le donne della D.C. misero in concorrenza con essa una riforma della legge per la lavoratrice madre con il prolungamento del congedo facoltativo di maternità. Da parte nostra credo che bene facemmo a dire che volevamo tutte e due le leggi. In realtà, alla fine, le ottenemmo entrambe conducendo anche una battaglia di consistente valore per l'abolizione dell'ONMI [Opera nazionale maternità infanzia], che definimmo la "Federconsorzi dei bambini", perchè era un ente costituito a suo tempo dal fascismo e poi rimasto in vita come struttura antidemocratica centralizzata, nel cui ambito l'assistenza alla maternità e all'infanzia, non era tema di diritti e oggetto di servizi, ma strumento caritativo ed assistenziale arbitrario.
Quindi la lotta per l'istituzione degli asili-nido, anch'essa terreno di azione di massa (per la prima volta le donne andarono in corteo con i bambini nelle carrozzine proprio per chiedere la legge sugli asili-nido, in una grande manifestazione promossa dall'U.D.I.), si intrecciò anche con una questione che adesso chiameremmo di riforma istituzionale, cioè l'abolizione di un ente inutile e il decentramento [dei servizi].
Merito delle lotte di quegli anni fu di portare in primo piano alcune grandi questioni di emancipazione su cui si strapparono dei risultati soprattutto di carattere legislativo e furono risultati di congrua consistenza. In questi giorni, per esempio, a Roma, a causa di ritardi determinati anche dalla crisi comunale, ci sono lunghe
liste di attesa di bambini per gli asili-nido, quindi la questione è ben lungi dall' essere risolta ovunque (in tutta Palermo vi è un solo nido); tuttavia gli asili-nido sono entrati nel nostro ordine come una struttura comunale. (Giglia Tedesco, Tra emancipazione e liberazione. L'UD.I negli anni sessanta, in Esperienza storicafemminile nel! 'età moderna e contemporanea, parte II, Roma, Unione Donne Italiane, Circolo La Goccia, 1988, p. 19).

*L'Unione Donne Italiane costituitasi a Roma nel settembre 1946 su iniziativa di donne esponenti del PCI e del PSI aveva ed ha l' obiettivo prioritario di coinvolgere le donne nelle battaglie per le riforma dello Stato e nella lotta per l'emancipazione.

ESERCIZIO 5
Per quale motivo le militanti deIl'U.D.1. chiedevano i servizi sociali? Perchè tale richiesta costituì una rivoluzione culturale? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 6
Che cosa chiedevano le donne della D.C.? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 7
Qual era la critica all'ONMI? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 8
Che cosa ottennero alla fine le donne? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 9
In che cosa si differenzia una struttura comunale da una privata? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 10
A quale delle due va la tua preferenza? (Rispondi per iscritto)


DOCUMENTO 5

"Maternità: parola maestosa; profonda come le radici stesse della vita, alta come il vertice dell'umanità. Tutto può congiungersi a questa arcana parola: il piacere più cocente come la sofferenza più atroce; l'orgoglio più inebriante, come il senso dell'irrimediabile miseria della nostra esistenza individuale, che, ristretta a se stessa, non trova la sua meta.
Maternità ... è il grido della stirpe che vuoI vivere e continuare, placato o dissimulato sotto la maschera dell'amore, nel quale Schopenhauer vedeva scintillare il riso un pò ironico della creazione, il segreto dell'immortalità della vita. [ ... ]
Ma la maternità non è solo la forza che immortala la vita, e crea la storia: è anche la potente leva della società e dello Stato: ne è anche, in certo modo, la dominatrice, la regolatrice.
E' perciò che non basta che le madri diano figli: occorre che diano figli sani, figli volitivi, disciplinati verso
se stessi, verso la ragione, verso la superiore vita dello Stato. [ ... ]
Non è certo il caso di esporre ad un così eletto pubblico il carattere tecnico della legge fascista sulla protezione della maternità ed infanzia.
Mi limiterò a ricordare i due significati di alta importanza che la distinguono. Anzitutto, senza abbondonare più l'assistenza ai deboli alla disorganica ed eventuale iniziativa privata, il fascismo la trasforma in funzione di Stato, in funzione integratrice e coordinatrice dell'attività privata.
Oltre a ciò, il Fascismo non considera più questa funzione come espressione di un sentimento di pietà o di carità; la considera come un dovere fondato sulla constatazione che il sorreggere i deboli è nell'interesse di tutto l'organismo sociale ed il sovvenire le madri bisognose e i loro nati è indispensabile per il miglioramento della stirpe e per il potenziamento della Nazione.
(Domenico Soprano, La maternità fascista nell'età imperiale, conferenza tenuta alla Sezione di Alessandria
dell'Istituto Nazionale di Cultura Fascista il 2 febbraio 1937 - Xv, in "Alexandria", anno V, N.2, pp. 33-34).

ESERCIZIO 11
Sottolinea tutte le caratteristiche attribuite alla maternità, e trascrivi gli aggettivi e le frasi che ti paiono più retoriche.

ESERCIZIO 12
Come devono essere i figli secondo l'ideologia fascista? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 13
Quali sono i due significati innovativi della legge fascista sulla protezione della maternità e dell'infanzia? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 14
Spiega il significato della parola stirpe e il suo legame con il concetto di nazione. (Rispondi per iscritto)


DOCUMENTO 6

"L'ONMI è stata istituita con Legge lO dicembre 1925, n. 2277, che la qualificava ente morale e ne stabiliva gli scopi: protezione ed assistenza delle gestanti e delle madri bisognose o abbandonate, dei bambini fino al quinto anno di età appartenenti a famiglie bisognose e dei minori materialmente e moralmente abbandonati, traviati o deliquenti, fino al diciottesimo anno di età. [ ... ] Gli scopi fondamentali dell'ONMI nel settore della protezione e della tutela della maternità sono quelli di: l) provvedere alla protezione e all' assistenza delle gestanti e delle madri bisognose o abbandonate; 2) con le provvidenze dirette agli scopi di cui al precedente n. 1, integrare le opere già esistenti di protezione della maternità e favorirne le iniziative; 3) favorire la diffusione delle norme e dei metodi scientifici di igiene prenatale e infantile nelle famiglie e negli istituti, anche mediante l'istituzione di ambulatori per la sorveglianza e la cura delle donne gestanti, di scuole teorico-pratiche di puericultura e corsi popolari di igiene materna e infantile; 4) vigilare sull' applicazione delle disposizioni legislative e regolamentari vigenti per la protezione della maternità; 5) esercitare un potere di vigilanza e di controllo su tutte le istituzioni pubbliche e private per l'assistenza e la protezione della maternità." (Bruno Primicerio, Maternità (diritto amministrativo) in Enciclopedia del diritto, voi XXv, Varese, Giuffrè, 1967, p. 723).

ESERCIZIO 15
Sottolinea le parti del documento che mettono
in rilievo l'aspetto caritatevole e di tutela della maternità e della prole.


DOCUMENTO 7

"Appare evidente che con il sistema protettivo adottato dalla Costituzione italiana si è inteso evidenziare l'importanza che deve assumere la famiglia nel mantenimento, nella educazione e nell'istruzione dei figli, assegnando allo Stato o, per esso, ad altre istituzioni pubbliche o private, una funzione surrogatoria in quei compiti fondamentali della famiglia. E' previsto, invece, un intervento diretto dello Stato, che si concreta nelle provvidenze di diversa natura che deve fornire alle famiglie bisognose onde metterle in grado di poter efficientemente perseguire quei fini, in relazione anche al fatto che la Costituzione prevede il mantenimento, l' educazione e l'istruzione dei figli non solo come un dovere per i genitori, ma anche come un loro diritto.
Con l'introduzione nel nostro ordinamento di questi nuovi criteri protettivi, si è abbandonato quel sistema caritativo - che per lunghi decenni ha caratterizzato il settore della maternità, dell'infanzia e della gioventù, e che non poteva più essere considerato ammissibile in un Paese evoluto - basato sulll' erogazione da parte di enti ecclesiastici o di istituzioni pubbliche di beneficienza di particolari e limitate forme assistenziali, quali quella del ricovero o del mantenimento di minori abbandonati o privi di mezzi di sostentamento in appositi istituti (orfanatrofi, ecc.).[ ... ]
Al tradizionale concetto di assistenza all'infanzia e alla gioventù si è andato sovrapponendo quello, ben più recente, di tutela sociale dell'infanzia e della gioventù, sia in relazione alla maggiore estensione operativa di tale assistenza, intesa nel senso che l'assistenza stessa non è ormai limitata al settore caritativo vero e proprio ma invade altri settori quali quello sanitario, istituzionale, professionale, ecc., sia in relazione agli organismi che contribuiscono alla formazione di questa tutela sociale. Questi ultimi sono rappresentati in primo luogo dallo Stato, principalmente attraverso i Ministeri dell'Interno e della Sanità, quindi dagli enti autarchici territoriali (regioni, province e comuni) ed infine dagli altri enti pubblici che perseguono, con fini istituzionali, la tutela sociale dell'infanzia e della gioventù.[ ... ]
In relazione a quell'azione istituzionale esperita in tema di tutela sociale dell' infanzia e della gioventù, spicca per importanza il Ministero della Sanità che annovera fra i suoi fini: la vigilanza e la tutela sull'Opera Nazionale per la Protezione della Maternità e dell'Infanzia e sulla Associazione italiana della Croce Rossa; la vigilanza sui vari servizi locali di assistenza sanitaria all'infanzia; la tutela della salute della popolazione scolastica e la vigilanza sull 'igiene delle scuole, degli istituti di educazione ed istruzione e delle istituzioni parascolastiche; la concessione di contributi e sussidi agli istituti di puericultura e ai corsi per il conseguimento del diploma di vigilatrice d'infanzia e di puericultrice;
la vigilanza sull'esercizio della professione sanitaria ausiliaria di vigilatrice d'infanzia e dell' arte ausiliaria delle professioni sanitarie di puericultrice; l'organizzazione di appositi centri per la cura della sifilide prenatale; l'assistenza e la cura dei poliomelitici nella fase acuta; l'assistenza e la cura dei discinetici (infermi affetti da paralisi spastiche infantili) e dei bambini nella prima e seconda infanzia lussati congeniti dell'anca; il ricovero in preventori di minori predisposti alla tubercolosi; la vigilanza sui centri psico-medico-pedagogici. A questi fini, il Ministero della Sanità provvede o direttamente o attraverso i suoi organi periferici: medico provinciale e ufficiale sanitario.
Compiti di rilevante importanza nel settore della tutela sociale dell'infanzia e della gioventù sono, anche, affidati al Ministero dell'Interno - il cui ordinamento prevede la direzione generale dell' assistenza pubblica che vi provvede o direttamente o attraverso i suoi organi periferici: le prefetture e, più di rado, le questure. Circa la tipologia degli interventi nel settore, dobbiamo rilevare che trattasi di forme di assistenza generica, consistente, il più delle volte, in contributi e sussidi ad istituzioni e a privati. In particolare il Ministero dell 'Interno: concede provvidenze economiche alle istituzioni pubbliche e private che ricoverano ragazzi; finanzia l'opera di assistenza estiva (colonie) ed invernale (asili, doposcuola, ecc.) ai ragazzi appartenenti a classi bisognose; può provvedere al ricovero dei ragazzi, di solito al di sopra dei sei anni, appartenenti a famiglie aventi diritto alla cosiddetta "assistenza postbellica", ed in particolar modo gli anormali fisici, psichici e sensoriali, ovvero a famiglie in condizione di miseria o di abbandono; esercita la vigilanza sulle istituzioni pubbliche di assistenza all' infanzia e sui servizi di assistenza degli illegittimi e dell'infanzia abbandonata; ha alle sue dipendenze l'Amministrazione per le attività assistenziali italiane e internazionali." (Bruno Primicerio, Infanzia e gioventù, in Enciclopedia del diritto, vol XXI, cit., pp. 404-405).

ESERCIZIO 16
In che modo lo Stato sostituisce il sistema caritativo preesistente? (Rispondi per iscritto)


ESERCIZIO 17
Spiega la differenza tra i termini "assistenza" e "tutela sociale" scritti nel documento. (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 18
Attualmente l'ONMI è ancora un ente assistenziale?
SI - NO
Se no che cosa è diventato e da quale organo dello Stato dipende? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 19
Consultando i documenti 5, 6, 7 completa la seguente tabella sui compiti degli enti assistenziali.

ONMI ............................................................................
Ministero Sanità ............................................................................
Ministero Interno ............................................................................


DOCUMENTO 8

"Legge 4 maggio 1983, n. 184. Disciplina dell'adozione e del!' affidamento dei minori
Art. 1- Il minore ha diritto di essere educato nell'ambito della propria famiglia.
Art. 2 - Il minore che sia temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo può essere affidato ad un'altra famiglia, possibilmente con figli minori, o ad una persona singola, o ad una comunità di tipo familiare, al fine di assicurargli il mantenimento, l'educazione, l'istruzione.
Ove non sia possibile un conveniente affidamento familiare, è consentito il ricovero del minore in un istituto di assistenza pubblico o privato, da realizzarsi di preferenza nell'ambito della regione di residenza del minore stesso.
[ ... ]
Art. 5 - I..;affidatario deve accogliere presso di sè il minore e provvedere al suo mantenimento e alla sua educazione e istruzione tenendo conto delle indicazioni dei genitori.
Art. 6 - I..;adozione è permessa ai coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni tra i quali non sussista separazione personale neppure di fatto e che siano idonei
a educare, istruire ed in grado di mantenere i minori che intendono adottare.
I..;età degli adottanti deve superare di almeno diciotto e non più di quaranta anni l'età dell'adottando.
Sono consentiti ai medesimi coniugi più adozioni anche con atti successivi.
[ ... ]
Art. 8 - Sono dichiarati anche d'ufficio in stato di adottabilità dal tribunale per i minorenni del distretto nel quale si trovano, i minori in situazione di abbandono perchè privi di assistenza morale e materiale da parte dei genitori o dei parenti tenuti a provvedervi, purchè la mancanza di assistenza non sia dovuta a forza ~aggiore di carattere transitorio.
La situazione di abbandono sussiste, sempre che ricorrano le condizioni di cui al comma precedente anche quando i minori siano ricoverati presso istituti di assistenza o si trovino in affidamento familiare.
Non sussiste causa di forza maggiore quando i soggetti di cui al primo comma rifiutano le misure di sostegno offerte dai servizi locali e tale rifiuto viene ritenuto ingiustificato dal giudice".

ESERCIZIO 20
Scrivi un breve testo espositivo dal quale emergano le caratteristiche peculiari dell'affidamento e dell'adozione.

ESERCIZIO 21
Dì se, secondo te, è più impegnativo per le famiglie l'affido o l'adozione? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 22
Considereresti un figlio adottato dai tuoi genitori come un fratello carnale?
SI - NO
Perché?

ESERCIZIO 23
Pensi che la tua vita quotidiana sarebbe sconvolta dalla presenza di ragazzi affidati alla tua famiglia? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 24
Che cosa pensi della decisione della Corte Co
stituzionale di maggior flessibilità sulla differenza di età adottante/adottando? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 25
Compila la tabella di raffronto fra adozione ed affidamento.

  Adozione Affido
Condizione per essere adottato/ affidato
 
Condizione per adottare/ affidare    
Limiti di età    
Presenza figli legittimi    
Effetti    


DOCUMENTO 9

"Nella legislazione italiana sull'adozione, pure molto avanzata per la sua attenzione ai "diritti dei bambini" piuttosto che a quelli delle famiglie (o meglio degli adulti), solo le coppie legalmente sposate possono adottare un bambino: non le coppie conviventi, tanto meno le persone sole, anche se nella realtà sociale la famiglia nucleare fondata sul matrimonio è solo una, ancorchè maggioritaria, forma familiare in cui crescono i bambini e non è provato che altre forme di convivenza siano dannose per i bambini stessi, che anche adulti non sposati non possano fornire sostegno, affetto, riconoscimento alla singolarità dell'esistenza del minore. [ ... ]
Dalla nuova consapevolezza - della necessità cioè di non cancellare, negare le tensioni tra esigenze diverse, inclusa quella di riconoscersi in una appartenenza ad una storia per quanto difficile e dolorosa - è nata la legge sugli affidi familiari del 1983, basata sulla disponibilità di individui e famiglie a condividere la responsabilità per un minore, a farsi carico dei suoi diritti, senza tuttavia appropriarsene. E' vero che molto spesso gli affidi sono ancora visti, dai servizi come dalle famiglie affidatarie, come una soluzione di ripiego per quei bambini che non sono in condizione di adottabilità. Per questo anche molte famiglie - potenziali genitori - desiderose di adottare rifiutano l'affido perché non consente una "appropriazione", non solo legale, ma soprattutto affettiva, del bambino. Nella sua interpretazione e realizzazione più autentiche, tuttavia, l'affido rappresenta un tentativo interessante, oltre che coraggioso, di assumere e consentire di elaborare la frattura, o inadeguata coincidenza, tra appartenenza e cura, tra appartenenza e bisogno e diritto, che si dà ogni volta che dei genitori non riescono a dare adeguato riconoscimento ai bisogni e diritti di esistenza dei propri figli, per motivi che possono andare dall'immaturità psicologica all'incapacità sociale fino alla violenza.
Già il fatto che la legge non limiti i possibili affidatari alle coppie regolarmente sposate, ma allarghi il ventaglio ai conviventi, ai singoli, ad anche alle piccole comunità, segnala che in linea di principio ci si muove nell' ottica di fornire ai minori in difficoltà non già una "contro-famiglia", parallela o sostitutiva, ma una rete di rapporti significativi con adulti responsabili, che, mentre garantiscono i bisogni di cura e attaccamento, consentono anche di elaborare l'appartenenza biografica alla famiglia di origine, vuoi per ritornarvi stabilmente, vuoi per rendersene autonomi senza censure e negazioni." (Chiara Saraceno, Diritti relazionali e Conflitti etici. Riflessione su famiglia, adozioni, affidi, in "Memoria" n. 26, 1990, p. 66).

ESERCIZIO 26
Unisci con una freccia le seguenti espressioni ai loro significati:
Espressioni:
1) coppie legalmente sposate;
2) coppie conviventi;
3) famiglia nucleare fondata sul matrimonio.
Significati:
a) un uomo e una donna che vivono insieme senza essere sposati;
b) un uomo e una donna che vivono insieme dopo il matrimonio;
c) un uomo e una donna che vivono insieme dopo il matrimonio senza parenti anziani.

ESERCIZIO 27
Perché secondo Saraceno le norme sull'adozione sono restrittive? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 28
Sottolinea le frasi in cui Saraceno valorizza l'istituto dell'affido.

ESERCIZIO 29
Scrivi un breve testo argomentativo in cui esponi il tuo pensiero sul problema dell'adozione e dell'affido.



LA COSTITUZIONE INAPPLICATA


DOCUMENTO 1

Popolazione residente di 6 anni e più secondo il titolo di studio ai Censimenti 1951, 1961, 1971, 1981, 1991 (valori in migliaia di unità)

  1951 1961 1971 1981 1991
Titolo di studio

v.a. %

v.a. %  v.a. %  v.a. %  v.a. % 
Analfabeti 5456 12,9 3797 8,3 2547 5,2 1608 3,1 1146 2,1
Alfabeti senza titolo 7582 17,9 7314 16.0 13240 27,1 9548 18,2 6533 12,2
Licenza elementare 24946 59,0 27588 60,5 21586 44,3 21278 40,6 17406 32,5
Licenza media 2514 5,9 4375 9,6 7151 14,7 12481 23,8 16412 30,7
Diplomati 1380 3,3 1939 4,3 3364 6,9 6019 11,5 9937 18,6
Laureati 422 1,0 603 1,3 883 1,8 1477 2,8 2048 3.8
Totale 42301 100 45616 100 48771 100 52411 100 53482 100

Fonte: elaborazione Censis su dati censimento Istat, 1991
(Censis, 28° rapporto sulla situazione sociale del paese 1994, Milano, Franco Angeli, 1995, pago 201)

ESERCIZIO 1
Costruisci un diagramma cartesiano per illustrare il decremento dell'analfabetismo.

ESERCIZIO 2
Osservando la tabella dì quali sono le altre fasce che evadono l'obbligo scolastico. (Rispondi per iscritto
)

ESERCIZIO 3
Secondo la tabella qual è la percentuale di analfabeti nel 1991 e quale quella di coloro che evadono l'obbligo scolastico? (Rispondi per iscritto)


DOCUMENTO 2

"La mia esperienza scolastica, contrariamente alla volontà mia e della maestra, durò poco più di un mese e cessò molto prima che io divenissi propriamente un alunno. [ ... ]
E una mattina di febbraio, mentre la maestra si sforzava di farmi scrivere alla lavagna, mio padre, sorretto dalla convinzione morale di essere il mio proprietario, con lo sguardo terrificante di un falco affamato (de
unu astore famidu) dalla strada fulminò la scuola. [ ... ]
" Sono venuto a riprendermi il ragazzo: mi serve a governare le pecore e a custodirle ... E' mio. E io sono solo. Non posso continuare a lasciare il gregge incustodito quando vengo qui a Siligo a portare il latte in caseificio o a portarmi via le provviste. lo non faccio solo il pastore. Per tirare avanti onestamente e senza derubare il vicino, mi tocca di coltivare una parte della
tanca a grano per il fabbisogno di casa (pro su fittu de domo). Gavino anche se è piccolo, custodirà le pecore mentre io marrerò il grano o poterò la vigna o lavorerò all'oliveto che ho già cominciato a piantare ... Come vede da solo non posso fare tutte queste cose stando dietro alle pecore. Incustodite, potrebbero assalirmi la vigna o il grano, e non possiamo stare un anno senza pane ... Insomma, lui mi custodirà le pecore mentre io farò tutte le altre cose per procacciare il sostentamento ai suoi fratelli più piccoli ... lo non ne ho di soldi per comprare loro i mezzi di sussistenza. I liquidi che ricavo dal latte delle pecore bastano a stento per comprare i vestiti e altre cose che noi pastori non possiamo produrre. Le patate, il grano, le cipolle, le fave le debbo produrre io stesso ... Mi spiace riprenderglielo, ma senza di lui non potrei più andare avanti. Questa è stata sempre la storia di noi pastori. Ci sono banditi dappertutto e lei lo sa benissimo, signora maestra."
" Gavino è ancora troppo piccolo! Come potrà custodire le pecore e far paura ai banditi? La sua presenza sarà inutile ...
Qui imparerà a vivere prima di esporsi alla vita. Gli mancano ancora le penne per prendere il volo."
" Cosa ne sa lei della pastorizia? I pastori volano tutti senza ali." Il tono si fece risoluto.
" Non è necessario che il ragazzo sia grande per custodire le pecore. Quanto ai banditi, poi, basta un respiro umano. Avrà fiato sufficiente per chiamare da una vallata all'altra, se sarà il caso. La mia tanca non è molto grande. Le pecore, però, si spostano rapidamente litigandosi i pochi steli d'erba e le ghiande migliori (sos pagos runcos de eva e sa mezzus lande). Spesso s'inforrano per le vallate per ripararsi dal vento e improvvisamnte scompaiono. Così quando io sto da una parte della tanca a lavorare ed esse scompaiono verso l'altra, i banditi e la volpe allora fanno man bassa ... La volpe! Sì! La volpe! Anche questa è una minaccia terribile e continua. Soprattutto nel periodo in cui le peco
re figliano ... Azzanna gli agnelli. E un agnello per un pastore povero come me non è poca cosa. Pensi che noi pastori, contrariamente a quanto si dice, siamo condannati dalla povertà a non mangiare carne d'agnello ... Quelli che ne mangiano molta la rubano. Con un agnello trasformato in denaro posso sfamare la famiglia a dieci giorni con pane e pasta ... E' necessario che mi li tenga cari quelli che figlia il mio gregge ... Non sarà né il primo né l'ultimo ... Anch'io ho trascorso la mia infanzia in questo modo. Infanzia! Puh! Sono dovuto diventare adulto prima del tempo e gli anziani mi hanno usato come guardiano contro gli assalti della volpe in pieno inverno ... E le pecore le ho custodite lo stesso anche se avevo bisogno più del capezzolo della mamma che di quello della pecora." [ ... ]
Mio padre stava lì, rigido nel suo abbigliamento pastorale, aspettando che mi adattassi alla verità, giunta troppo in fretta. Ma dalla sua rigidezza traspariva un insopportabile imbarazzo. E come per vincere il suo stato di disagio, mentre si allontanava spingendo mi verso la porta, non potè fare a meno di cercare ulteriori giustificazioni di fronte alla maestra e agli scolari, storditi dal discorso.
" lo ho bisogno di lui, in campagna ... diversamente non riuscirò a mandare avanti la famiglia. Ecco! Se il governo mi pagasse un uomo per custodirmi le pecore o mi aiutasse in altro modo, io, glielo lascerei ... a studiare. Il ragazzo è mio. Cosa vuole questo governo? Che per mandare lui a scuola, gli altri miei figli muoiano di fame? No. No; io, il ragazzo me lo prendo e lo uso perché non ne posso fare a meno. E voglio vedere la barba di questa legge vigliacca, che cosa sarà in grado di farmi. Mi sento tranquillo! E' la legge che non è tranquilla. Vuole, rendere la scuola obbligatoria. La povertà! quella è obbligatoria." (Gavino Ledda, Padre padrone. L'educazione di un pastore, Milano, Feltrinelli, 1975, pp. 8-11).

ESERCIZIO 4
Perché il padre di Gavino ritira il figlio dalla scuola? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 5
Descrivi il padre di Gavino nelle sue caratteristiche fisiche, psicologiche, affettive ed etiche.

ESERCIZIO 6
Scrivi un breve testo argomentativo sulle cause che secondo te sono ancora oggi alla base dell'analfabetismo e dell'evasione scolastica e del lavoro minorile vietato dall'art. 37 della Costituzione.


DOCUMENTO 3

LA VIOLENZA SUI MINORI

DA PARTE DI CHI

DOVE


TIPO DI VIOLENZA

CONTRO CHI

"Spesso si viene a conoscenza di casi più o meno gravi di maltrattamenti di bambini o ragazzi: violenze fisiche o morali, abuso di mezzi di correzione, sfruttamento sul lavoro ecc ...
Nella Costituzione, nel Codice civile e in quello penale sono presenti numerose norme che tutelano i minori. Inoltre i giovani sono oggetto di crescenti atten
zioni da parte degli adulti: ma, per migliorare le loro condizioni di vita, non basta applicare meglio le leggi che li riguardano nè offrire loro sempre nuovi giocattoli e oggetti da acquistare, è necessario che la società tutta impari a rispettarli come persone. (Igino Vergnano, Questa grande umanità. Corso di educazione civica, Torino, Paravia, 1992, p. 46).

DOCUMENTO 4

TELEFONO AZZURRO Linea gratuita per i bambini
19696

ESERCIZIO 7
Scrivi un breve testo espositivo per illustrare i diagrammi a torta.

ESERCIZIO 8
Esponi in un testo argomentativo le tue opinioni sulla violenza ai minori, tenendo conto anche della sentenza della Quarta Sezione Penale
della Corte di Cassazione del maggio 1996 che ha stabilito che la violenza sui bambini non è giustificata, nemmeno da presunti scopi educativi, rimarcando la violenza come mezzo educativo negativo.

ESERCIZIO 9
Che cos'è il Telefono Azzurro? Qual'è il suo scopo? (Rispondi per iscritto)

LA COSTITUZIONE SUPERATA*

(È appena il caso di far presente come negli articoli costituzionali gli aspetti di questa sezione nòn siano stati presi in esame in relazione al contesto storico, sociale, culturale della fine degli anni Quaranta).


DOCUMENTO 1

" [ ... ]
Art. 6 - Lobbligo, ai sensi degli articoli 147 e 148 del Codice Civile, di mantenere, educare, istruire i figli nati o adottati durante il matrimonio di cui sia stato proclamato lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili, permane anche nel caso di passaggio a nuove nozze di uno o di entrambi i genitori.
Il tribunale che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio dispone a quale dei coniugi i figli debbono essere affidati sotto la vigilanza del giudice tutelare ovvero come, per gravi motivi, si debba altrimenti provvedere sull'affidamento, ed assume ogni altro provvedimento relativo alla prole. In ogni caso il padre e la madre conservano il diritto e l' obbligo di vigilare sull'educazione della prole.
In particolare il tribunale stabilisce ed il modo con cui l'altro coniuge deve contribuire al mantenimento, all'istruzione e alla educazione dei figli, e dà inoltre di
sposizioni circa l'amministrazione dei beni di questi. Il tribunale, nel caso in cui i genitori trascurino il loro dovere nei confronti dei figli minori o legalmente incapaci o ne mettano in pericolo gli interessi, può nominare un tutore, indipendentemente dal verificarsi di fatti che costituiscano mo tivi di decadenza dalla patria potestà.
[ .. ]
Art. 11 - Dopo lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio, se il tribunale non ha disposto altrimenti, ciascun genitore esercita la patria potestà sui figli affidatigli. Il genitore al quale sono stati affidati i figli ne amministra i beni con l'obbligo di rendere conto annualmente al giudice tutelare e ne ha l'usufrutto fino a quando non passi a nuove nozze. Laltro genitore conserva il diritto di vigilare e il dovere di collaborare alla educazionee all'istruzione dei figli." (Legge l gennaio 1970, N. 898, Divorzio).

ESERCIZIO 1

Dì se le seguenti affermazioni sono vere o false: (metti una crocetta su V o F)

a) il genitore che convola a nuove nozze conserva l'obbligo di mantenere, educare, istruire i figli di primo letto V - F

b) I figli minori possono in caso di divorzio scegliere a quale genitore essere affidati V - F

c) il coniuge a cui il figlio non è affidato non ha più alcun dovere verso di lui
V - F

d) la patria potestà (ora potestà genitoriale) viene esercitata dal genitore a cui il figlio è affidato V - F

e) il genitore a cui è affidato il figlio ha l'usufrutto dei beni del minore se non passa a nuove nozze V - F

A)


Manifesto antidivorzista con il fac-simile della scheda referendaria

B)


Manifesto del PS! in cui si polemizza con l'alleanza DC-MS! generata dal fronte antidivorzista. Giorgio Almirante era il segretario del Movimento sociale.

(Orazio Maria Petracca, Il referendum sul divorzio, in AA.VV., Il Parlamento Italiano 1861-1992, val XXI, Milano, Nuova Cei, 1988, p. 210).


ESERCIZIO 2
Metti una crocetta sulla lettera esatta:
il manifesto dei divorzisti è: A - B
il manifesto degli antidivorzisti è: A - B
Da che cosa lo deduci?
(Rispondi per iscritto)


DOCUMENTO 3

"Art. 12 - La richiesta di interruzione della gravidanza secondo le procedure della presente legge è fatta personalmente dalla donna.
Se la donna è di età inferiore ai diciotto anni, per l'interruzione della gravidanza è richiesto l'assenso di chi esercita sulla donna la potestà o la tutela. Tuttavia, nei primi novanta giorni, quando vi siano seri motivi che impediscano o sconsiglino la consultazione delle persone esercenti la potestà o la tutela, oppure queste, rifiutino il loro assenso o esprimano pareri tra loro difformi, il consultorio o la struttura socio-sanitaria, o il medico di fiducia, espleta i compiti e le procedure di cui all'articolo 5 e rimette entro sette giorni dalla richiesta una relazione, corredata del proprio parere, al giudice tutelare del luogo in cui essa opera. Il giudice tutelare, entro cinque giorni, sentita la donna e tenuto conto della sua volontà, e delle ragioni che adduce e della relazione trasmessagli, può autorizzare la donna, con atto non soggetto a reclamo, a decidere l'interruzione della gravidanza (l).
Qualora il medico accerti l'urgenza dell'intervento a causa di un grave pericolo per la salute della minore di diciotto anni, indipendentemente dall' assenso di chi esercita la potestà o la tutela e senza adire il giudice
tutelare, certifica l'esistenza delle condizioni che giustificano l'interruzione della gravidanza. Tale certificazione costituisce titolo per ottenere in via d'urgenza l'intervento e, se necessario, il ricovero.
Ai fini dell'interruzione della gravidanza dopo i primi novanta giorni, si applicano anche alla minore di diciotto anni le procedure di cui all'articolo 7, indipendentemente dall'assenso di chi esercita la potestà o la tutela.
(1) V Corte costituzionale, sentenza 25 giugno 1981, n. 109, che ha dichiarato non fondata, nei sensi di cui in motivazione, con riferimento agli artt. 3 e 30 Cost., una questione di legittimità dell'art. 12: a tale proposito, la motivazione precisa che il genitore della minore può non essere sentito "quando, valutate le circostanze della specie e la serietà dei motivi richiesti al riguardo della legge, sia ragionevole presumere che il doveri o consultare aggravi il rischio del ricorso all'aborto clandestino". La stessa sentenza ha dichiarato non fondata, con riferimento all'art. 3 Cost., un'altra questione di legittimità del medesimo art. 12." (Legge 22 marzo 1978, n. 194, Norme per la tutela sociale della maternità e sull 'interruzione volontaria della gravidanza).

ESERCIZIO 3
Sottolinea nel documento i casi in cui ci si rivolge al giudice tutelare.

ESERCIZIO 4
Bisogna sempre chiedere l'assenso dei genitori per l'interruzione della gravidanza di una minore?
SI - NO

ESERCIZIO 5
A chi spetta in ultimo la decisione nei casi nor urgenti? (Rispondi per iscritto motivando al tua risposta)

ESERCIZIO 6
Secondo te, il giovane è tutelato dalle leggi fi nora esaminate oppure esse sono inadeguatE di fronte alle molteplici situazioni che si posso no presentare? (Rispondi per iscritto)


DOCUMENTO 4

"l .. ] [Ci riallacciamo] ad un' indagine che proprio ad Alessandria - ha condotto tempo fa il bisettimanale Gi-Sette, sondando, attraverso interviste dirette o questionari, una realtà campione del mondo giovanile. Composto da poco più di 200 ragazze e ragazzi in età compresa tra i tredici ed i ventidue anni, il campione può apparire "esiguo" rispetto all'universo giovanile della stessa città ma, da un punto di vista sociale e culturale, esso pare abbastanza significativo in quanto abbraccia tre classi di scuola media, un circolo politico giovanile di sinistra, due gruppi giovanili parrocchiali e diversi gruppi di studenti di istituti superiori. [ ... ]
Anche una sfera così importante come la famiglia alla quale si dovrebbe guardare con serena fiducia e dalla quale sarebbe giusto attendersi intelligente comprensione - rimane invece piuttosto spesso estranea alla vita sentimentale del giovane. Parli di questi problemi in famiglia? I "sì" sono poche decine e spesso accompagnati da precisazioni limitative: "solo con mia madre ... con mia madre o con mia sorella 'H solo qualche volta; essere incompresi o derisi, ostacolati o "puniti". In particolare la figura del padre, per diverse ragazze, sembra essere più o meno estranea o addirittura conflittualmente contrapposta al proprio "mondo" di affetti. Ancora alla famiglia si "rimprovera" in vari casi di usare maggior liberalità verso i maschi e vi sono - seppur limitati - gli
esempi di sconfortanti rapporti familiari che stimolano l'emergere di insoddisfazioni, angosce e conflitti interiori ai quali si risponde in varie forme: la diffidenza verso l'altro sesso o, al contrario, la ricerca, nel rapporto col proprio ragazzo, di uno stile di vita diverso, di un amore "alternativo" a quello che si è conosciuto. [ ... ]
Sinché non si sarà capaci di far intimamente comprendere ad un ragazzo la differenza che passa tra l' essere maschio - e l' esserlo non è da sé un gran merito perché basta un semplice attributo sessuale comune a milioni di esseri viventi - e l'essere uomo o, peggio, si mistificheranno i due termini facendo del maschilismo un valore: sinché mancherà un dialogo sereno e intelligente su questi problemi, sinché - si esorcizzeranno le esperienze giovanili con la formula stantia "faccia quel che vuole, basta che non me lo venga a raccontare", sinché l'amore tra i giovani rimarrà nell' opinione di tanti una sorta di parapornografia, incapacità di dialogo, timori, prevenzioni, arroganti e patetici atteggiamenti da "maschio latino" rappresenteranno sempre la parte più triste di quello che il regista francese Claude Pinoteau ha idillicamente definito, con due film di grande successo, "Il tempo delle mele". (Efisio Loi, Il tempo delle mele in Alessandria, in "La provincia di Alessandria", n.4, 1983, pp. 35-37).


ESERCIZIO 7
Da chi è composto il campione sondaggio intervistato da Gi-Sette? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 8
Quali strumenti sono stati usati per il sondaggio? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 9
I giovani intervistati parlano volentieri con i genitori dei loro rapporti sentimentali?
SI - NO
Perché?
Sei d'accordo con loro? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 10
Il problema dell'amore fra i giovani è entrato nella legislazione vigente; in data 15 febbraio 1996, infatti, è stata emanata la legge n. 66 sulle norme contro la violenza sessuàle che nell'art. 5 stabilisce alcune limitazioni ai rapporti sessuali fra minori (Non è punibile il minorenne che [ ... ] che compie atti sessuali con un minorenne che abbia compiuto gli anni tredici, se la differenza di età tra i soggetti non è superiore a tre anni). Tale norma ha suscitato parecchie polemiche; scrivi un breve testo argomentativo per sostenere il tuo parere in proposito.


DOCUMENTO 5

"Sono chiuso qui in camera da un bel mucchio di ore ormai .... voi siete lì fuori, e io sono qui dentro. Bella litigata oggi pomeriggio, eh? Ci è venuta proprio bene, sembrava una vera guerra.
E' la prima lettera che vi scrivo in vita mia: visto che parlare non mi riesce (e sembra proprio che non riesca neanche a voi) tento con la penna, tutti dicono che sono bravo in italiano. Almeno così dovete solo leggere, non siete obbligati a rispondere subito e potete pensarci un po'. Pensarci un po': questo è il punto. Avete sempre tante cose da dire, mi dovete sempre parlare, tu mamma, la tua frase famosa è: "Ascolta Tommaso ... "
OK, ascolto, ascolto sempre io, ma quello che vorrei provare a dirti adesso è:
" Ascolta mamma ... ascolta un po' tu, questa volta.
Prima di parlarmi, di sgridarmi per quello che non ho fatto, di arrabbiarti con me per i mille motivi che hai sempre, di dirmi quello che pensi, che ne dici di fare la prova e chiedermi se c'è qualcosa che voglio dire, chiedere, esprimere, spiegare ... ?"
Sì, sì lo so già quello che stai pensandp adesso: "Ma come se ne esce Tommaso a dire una frase del genere! Magari ... quando mai questo ragazzo ha parlato? Tutte le volte che si chiede di parlare, sembra di fargli scontare una pena, sta sempre lì, col muso lungo e non dice niente, magari parlasse!".
OK, buona osservazione, non ho niente da obiettare: tutto vero, spesso ho il muso lungo, anzi, "muso duro e beretta fracada" come dici spesso e volentieri tu papà (chissà se sei lì che la leggi, questa lettera, sarebbbe strano, no?). Già, ma ve lo siete mai chiesto il perché di tutto questo? Non che io lo abbia fatto molte volte e sia capace di rispondervi, ma proprio adesso qualche idea mi comincia a venire. Provo a dirvene qualcuna.
Veramente non lo so neanch'io perchè sto così, è che non riesco a stare con voi in modi diversi, più "gentili", come piacerebbe a voi. Mi sento in un modo strano da un po' di tempo, non sento più quella contentezza che ero abituato ad avere dentro e che, quindi, esprimevo sempre con voi. Sono scontroso, vero? E' questo il problema. Ah, no, non solo, vi rispondo male, anzi: sono cattivo e maleducato, eccolo qua il problema vero e proprio. Bè, se vi fa piacere saperlo, sono il primo a starci male perché sono così.
Ecco, finalmente mi è venuto quello che volevo dire.
Cioè che non ci capisco niente, che tutti mi sgridano e nessuno mi aiuta a capire, anzi a capirmi perchè, dall'idea che mi faccio, c'è un gran mondo dentro ad ognu
no di noi, solo che finora non si era mai fatto sentire, e adesso ha cominciato, improvvisamente, a fare un gran ca ... ah già, con te mamma le parolacce non si possono dire (altra cosa misteriosa: voi sapete che le dico, io so che anche voi ne dite ma, ufficialmente, nella nostra famiglia nessuno dice parolacce! Boh ... quando volete sono pronto a ricevere spiegazioni, grazie sin da ora). Insomma, stavo dicendo, questo mondo che c'è dentro mi sta comunicando delle cose, mi dà delle sensazioni ... già, delle sensazioni, non avevo mai capito fino a poco fa il significato di questa parola, ora, invece, so che si può "sentire": l'ho sentito proprio! Cioè, non so se mi state capendo, ma meglio di così non mi viene .... è difficile spiegare, non so neanch'io cosa voglio dire, ma forse è soltanto che mi stanno succedendo un sacco di cose nuove, che non conosco, mi accorgo anch'io che sono diverso e strano, forse antipatico, ma sono io il primo a non capirmi e a starci male, e allora ... allora quello di cui ho bisogno è di qualcuno che mi aiuti a capirmi, a cui anch'io possa chiedere spiegazioni ... insomma qualcuno che si preoccupi per tutta questa roba che ho dentro, più che per quello che si vede fuori e che per favore non mi dica che sono cattivo. Mi fa male che me lo diciate sempre, soprattutto accompagnato da quel "Guarda com'è buona tua sorella" o "Guarda com'è buono Marco", che è mio amico e quindi so per certo che i suoi genitori gli dicono la stessa cosa: "Guarda com'è buono Tommaso"; dunque, deduco, c'è qualcosa in cui o voi o i genitori di Marco vi state sbagliando alla grande.
Ho bisogno che mi chiediate come mai sono così, invece di sgridarmi e, forse, che me lo diciate un po' voi perché sono così... insomma l'idea che ho bisogno di aiuto non vi viene proprio?
Pausa.
Tiro il fiato perché non credevo proprio di riuscire a dirvi una cosa così.
Tommaso ce l'hai fatta, adesso basta che in qualche modo questa lettera riesci a dargliela e non ti vergogni. E' stata dura perchè non vi ho mai detto niente del genere, né voi me lo avete mai chiesto.
Non so se cambierà qualcosa, ma almeno vi ho detto che la guerra, soprattutto questa guerra, a me non piace, che non mi diverto in questa situazione: insomma, anch'io non vedo l'ora che tomi un po' di pace ...
Tommaso, 12 anni" (Paola Milani, Progetto genitori, Milano, Edizione Erickson, 1993, pp. 13-15).


ESERCIZIO 11
Tommaso ci propone il tema dell'incomunica
bilità tra genitori e figli. l'hai riscontrato anche tu? (Rispondi per iscritto)


DOCUMENTO 6

"1 agosto 1944
Cara Kitty,
"un fastello di contraddizioni" è l'ultima frase della mia lettera precedente e la prima di quella di oggi. "Un fastello di contraddizioni", mi puoi spiegare con precisione che cos'è? Che cosa significa contraddizione? Come tante altre parole ha due significati, contraddizione esteriore e contraddizione interiore.
Il primo significato corrisponde al solito "non adattarsi all'opinione altrui, saperla più lunga degli altri, avere sempre l'ultima parola", insomma, a tutte quelle sgradevoli qualità per le quali io sono ben nota. Il secondo ... per questo, no, non sono nota, è il mio segreto.
Ti ho già più volte spiegato che la mia anima è, per così dire, divisa in due. Una delle due metà accoglie la mia esuberante allegria, la mia gioia di vivere, la mia tendenza a scherzare su tutto e a prendere tutto alla leggera. Con ciò intendo pure il non scandalizzarsi per un flirt, un bacio, un abbraccio, uno scherzo poco pulito. Questa metà è quasi sempre in agguato e scaccia l'altra, che è più bella, più pura e più profonda. La parte migliore di Anna non è conosciuta da nessuno, - vero? - e perciò sono così pochi quelli che mi possono sopportare.
Certo, sono un pagliaccio abbastanza divertente per un pomeriggio, poi ognuno ne ha abbastanza di me per un mese. Esattamente la stessa cosa che un film d'amore per le persone serie: una semplice distrazione, uno svago per una volta, da dimenticare presto, niente di cattivo ma neppure niente di buono. E' brutto per me doverti dir questo, ma perchè non dovrei dirlo, quando so che è la verità? La mia parte leggera e superficiale si libererà sempre troppo presto della parte più profonda, e quindi prevarrà sempre. Non ti puoi, immaginare quanto spesso ho cercato di spingere via quest' Anna, che è soltanto la metà dell' Anna completa, di prenderla a pugni, di nasconderla; non ci riesco, e so anche perchè non Cl nesco.
Ho molta paura che tutti coloro che mi conoscono come sono sempre, debbano scoprire che ho anche un altro lato, un lato più bello e migliore. Ho paura che mi beffino, che mi trovino ridicola e sentimentale, che non mi prendano sul serio. Sono abituata a non essere presa sul serio, ma soltanto l'Anna "leggera" v'è abituata e lo può sopportare, l'Anna "più grave" è troppo debole e
non ci resisterebbe. Quando riesco a mettere alla ribalta per un quarto d'ora Anna buona, essa, non appena ha da parlare, si ritrae come una mimosa, lascia la parola all'Anna n. 1 e, prima che io me ne accorga, sparisce.
La cara Anna non è dunque ancor mai comparsa in società, nemmeno una volta, ma in solitudine ha quasi sempre il primato. lo so precisamente come vorrei essere, come sono di dentro, ma ahimè, lo sono soltanto per me. E questa è forse, anzi, la ragione per cui io chiamo me stessa un felice temperamento interiore e gli altri mi giudicano un felice temperamento esteriore. Di dentro la pura Anna mi indica la via, di fuori non sono che una capretta staccatasi dal gregge per troppa esuberanza.
Come ho già detto, sento ogni cosa diversamente da come la esprimo, e perciò mi qualificano civetta, saccente, lettrice di romanzetti, smanio sa di correr dietro ai ragazzi. l?Anna allegra ne ride, dà risposte insolenti, si stringe indifferente nelle spalle, fa come se non le importasse di nulla, ma ahimè, l'Anna quieta reagisce in maniera esattamente contraria. Se ho da essere sincera, debbo confessarti che ciò mi spiace molto, che faccio enormi sforzi per diventare diversa, ma che ogni volta mi trovo a combattere contro un nemico più forte di me.
Una voce singhiozza entro di me: "Vedi a che ti sei ridotta: cattive opinioni, visi beffardi e costernati, gente che ti trova antipatica, e tutto perchè non hai dato ascolto ai buoni consigli della tua buona metà". Ahimè, vorrei ben ascoltarla, ma non va; se sto tranquilla e seria, tutti pensano che è una nuova commedia, e allora bisogna pur che mi salvi con uno scherzetto; per tacere della mia famiglia che subito pensa che io sia ammalata, mi fa ingoiare pillole per il mal di testa e tavolette per i nervi, mi tasta il collo e la fronte per vedere se ho la febbre, si informa delle mie evacuazioni e critica il mio cattivo umore. Non lo sopporto; quando si occupano di me in questo modo, divento prima impertinente, poi triste e infine rovescio un'altra volta il mio cuore, volgendo in fuori il lato cattivo, in dentro il lato buono, e cerco un mezzo per diventare come vorrei essere e come potrei essere se ... non ci fossero altri uomini al mondo.
La tua Anna"
(Anna Frank, Diario, Torino, Einaudi, 1954, pp. 247249).


ESERCIZIO 12
Il messaggio del diario è lo sdoppiamento di
personalità nel giovane e l'emergere delle contraddizioni adolescenziali, sviluppa questo tema in un testo argomentativo.

DOCUMENTO 7

"7 aprile
Oggi Giorgia mi ha raccontato del suo bimbo. Lo perse in silenzio, in camera da letto. E' svenuta dal dolore e così, rinchiusa, i suoi genitori non si sono accorti di nulla. Chi lo voleva un bambino a sedici anni per la storia di una notte? Ma lei lo ha amato in un mese di torturante consapevolezza. Oggi è venuta da me. Dormivo esausta prima di andare a lezione di latino, si è seduta sul mio letto e mi ha chiamato piano. Le imposte erano socchiuse e luce poca; ho alzato gli occhi all' orologio: dovevo andare! Giro gli occhi e lei è lì. I suoi
occhi gonfi di lacrime. Mi ha raccontato la sua storia e singhiozzava. I.;ho abbracciata forte e le ho appoggiato una mano sui capelli. lo in reggiseno e lei che quasi sembrava una colleggiale che non ha mai guardato fuori dalle mura del collegio. Non è più stata un'amica, era quella sorella che non ho mai avuto, di cui volevo essere guida e protezione. E poi era l'ingiustizia della vita: ti caccia impreparata nella sofferenza!" (Anna Squassabia, Diario, in A. Fattori, F. Roncoroni, M. Sboarina, Lo spazio del testo, Milano, Amoldo Mondadori Scuola, 1995, p. 173).


ESERCIZIO 13
Sottolinea gli stati d'animo di Giorgia circa il bambino che ha perduto.

ESERCIZIO 14
Pensi che a sedici anni si possano affrontare consapevolmente la maternità e la paternità? (Rispondi per iscritto motivando la tua risposta)

ESERCIZIO 15
Dopo aver letto i documenti 5, 6, 7 dì quali sentimenti accomunano Tommaso, Anna e Giorgia? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 16
I documenti 5, 6, 7, parlano di sentimenti e questo chiaramente esula dal campo della legislazione; ma secondo te il diritto-dovere di educare i figli di cui si parla nell'art. 30 della Costituzione implica anche il diritto-dovere di prestare la massima attenzione ai problemi e della personalità degli adolescenti nell'ambito della famiglia?
SI - NO
Perchè?

ESERCIZIO 17
Come sono i tuoi rapporti con la famiglia?, e come vedono in genere i giovani la famiglia? (Rispondi per iscritto)


DOCUMENTO 8

"Dal punto di vista culturale, gli anni Cinquanta sono stati un momento di grande rivolgimento nel costume italiano, e probabilmente sono stati il periodo di massima ridefinizione dello statuto di "giovane". Dalla fine della guerra e per dieci anni, infatti, il nuovo clima democratico permetteva per la prima volta l'assorbimento di modelli anomali di comportamento, e dunque un incredibile eclettismo culturale. [ . .,] I punti di riferimento sono per lo più la morale cattolica o la morale di sinistra, parimenti rigide. E continua anche il sistema di
consumi e comportamenti piccolo-borghesi di sempre. Tuttavia, l' eclettismo che si diceva consentiva anche che alcuni modelli di importazione (americano, francese, inglese) si mescolassero con risultati spesso - per il panorama italiano - rivoluzionari. Fenomeni apparentemente di piccolo conto, come il chewing gum, i blue jeans, il boogie-woogie; l'uscita serale delle ragazze da sole; una moda maschile e femminile spregiudicata, anche se magari fatta in casa; le sigarette in bocca anche ai ragazzini; il colore nero "all' esistenzialista"; la conquista della notte come momento di incontro e di divertimento; il jazz, la canzone "nera" francese; la motocicletta "tradotta" in scooter; ebbene, tutti questi piccoli elementi portano a grandi trasformazioni antropologiche. In particolare, il primo effetto è quello di dare l'idea che la condizione giovanile sia una condizione "a parte", dotata di sue caratteristiche quasi di classe. Il giovane degli anni Cinquanta tenta infatti di abitudine di porsi "fuori controllo", sia dalla famiglia che dalla società con le sue diramazioni (la scuola in testa). Ha i suoi luoghi di incontro (il bar col biliardino e il juke box, ad esempio), i suoi orari (appunto la notte), le sue "tenute", quando non addirittura la sua moda, e persino il suo linguaggio, fatto di neologismi (Bruno Migliorini rileverà la forte diffusione di "gerghi" giovanili nelle metropoli durante gli annni Cinquanta), e soprattutto di forestierismi, visto che la maggior parte della popolazione non conosce idiomi stranieri ed è ancora allle prese coi dialetti. Questo mondo "fuori controllo", o comunque "a parte", contiene implicitamente una forma di ribellismo e di inquietudine che gli permette di assorbire anche dei veri modi "ribelli" che all'estero sono forse più circoscritti e superficiali. I teddy boys americani o i blousons noirs francesi da noi sono decisamente più antiistituzionali e radicati di quanto invece il numero e la visibilità dei casi concreti possano far apparire. Il giovane ribelle è infatti non violento come a New York o a Parigi, e probabilmente meno libero. Tuttavia può assumere forme varie. Si va dal giovanotto di borgata disoccupato e non scolarizzato (estensione dello sciuscià resistenziale), all'intellettuale che partecipia ai centri di cultura giovanile con qualche ambizione artistica (ad esempio nel centro Santa Tecla di Milano, dove si ascoltava il jazz, ci si vestiva attillati e di nero, si leggevano le poesie esistenzialiste e si assisteva al cabaret). [ ... ]
Il ribellismo degli anni Cinquanta tende piuttosto alla non-accettazione, alla separazione, al distacco fra i "giovani" e il "resto" del corpo sociale. Il bisogno di rinnovamento non coinvolge pienamente la società: e i suoi simboli passano, come si diceva, attraverso il diversissimo parco di oggetti che l'industria ha fatto entrare, al galoppo, nel paese. Ad esempio: la motorizzazione è un fenomeno globale dell 'Italia del dopoguerra, ma il suo uso da parte dei giovani è "separato"; nella piccola automobile presa a prestito si consumano amori precedentemente non previsti. Il viaggio diventa una pratica di diversità. Si vive nel senso di una nuova libertà nell'uso del tempo.
Queste, cioè la libertà ed il tempo, sono le due parole chiave per comprendere il mutamento di definizione del "giovane" negli anni Cinquanta. Ed entrambe vanno o fatte risalire al mutato paesaggio sociale del periodo bellico e della ricostruzione. La libertà: non intendiamo qui il valore della libertà arrivato con la democrazia o riscattato con la guerra civile, ma piuttosto la libertà in senso pratico e quotidiano. Non v'è dubbio che la guerra, la resistenza, l'occupazione alleata hanno contribuito ad eliminare molto del controllo familiare o collettivo sui giovani. Il periodo bellico e la ricostruzione sono infatti un momento "franco" di vita anche per le nuove generazioni, sia direttamente, sia attraverso il fatto che gli "adulti" usciti dalla guerra stessa sentono un profondo bisogno di risarcimento di esperienze che il conflitto non ha concesso, e di conseguenza a loro volta sono propensi ad un rilassamento del controllo sui giovani. Il tempo: anche qui va detto che l'assorbimento, magari acritico, dei modelli comportamentali delle civiltà avanzate produce un differente senso del rapporto fra generazioni. Se prima il destino della discendenza era sentito come continuazione di mestieri e professioni secondo tradizione familiare, nel dopoguerra invece si fa strada il sentimento (in parte neocapitalistico) di un futuro diverso e migliore per i propri figli. La conseguenza immediata è che, ad esempio, si dà sempre maggiore importanza al titolo di studio ("il pezzo di carta") nella certezze che la cultura servirà alla scalata sociale. Gli anni Cinquanta vedono infatti il primo balzo numerico nella scolarizzazione, anche universitaria, delle classi meno abbienti. L'accrescimento del periodo degli studi ha però un corollario, ovvero quello di trasformare il significato della giovinezza da periodo di avviamento graduale al futuro a momento di preparazione intellettuale al futuro, dando al termine "giovane" una separatezza dalla società che prima forse non aveva. È ovvio che la scolarizzazione investe soprattutto il Nord e i centri urbani. Però la novità della trasformazione tocca sia pure con gradi diversi tutto il paese, e si diffonde anche laddove invece si resta ancorati alla tradizione di provincia, contadina, del lavoro giovanile. Sono i miti urbani della "neutralità" del tempo che si diffondono, soprattutto attraverso i consumi. La giovinezza è pertanto uno spazio ed un tempo separato, franco, libero nell'immaginario collettivo dell' epoca, e come tale resisterà lungamente, almeno fino alla seconda metà degli anni Ottanta." (Omar Calabrese, Appunti per una storia dei giovani in Italia,
in AA.VV, La vita privata. Il Novecento, Bari, Laterza, 1988, pp. 90-93).

ESERCIZIO 18
Sottolinea i comportamenti trasgressivi dei giovani negli anni Cinquanta.

ESERCIZIO 19
Dì se le seguenti affermazioni sono vere o false. (Metti una crocetta su V o F)
a) La ribellione dei giovani negli anni Cinquanta ha fini politici V - F
b) I giovani vivono in modo diverso dagli adulti il fenomeno della motorizzazione V - F
c) Il periodo bellico e quello resistenziale insegnano ai giovani il valore della libertà V - F
d) Per i giovani degli anni Cinquanta la cultura è un valore V - F

DOCUMENTO 9

"Non è facile raccontare, a quasi 20 anni di distanza, quello che è successo nelle università italiane nel 1968. [ ... ] Per capire perché, a un certo punto, un'intera generazione di giovani abbia sentito il bisogno di ribellarsi contro l'ordine esistente, bisogna fare riferimento al contesto entro cui questo movimento si è collocato. La prima cosa da osservare è che il movimento del '68 è stato un movimento internazionale: verso la seconda metà degli anni Sessanta, un po' in tutto il mondo, si sono sviluppate contemporaneamente forme di lotta, di contestazione, di ribellione. [ ... ]
Ma da dove nasceva questa generale esplosione di movimenti soprattutto giovanili? Una prima spiegazione sta nel fatto che in quegli anni la condizione dei giovani era profondamente mutata in tutte le società industriali grazie allo sviluppo della scuola. Fino a poco tempo prima la scuola superiore e l'università erano riservate ad una ristretta élite e la maggior parte dei giovani andava a lavorare prestissimo e quindi entrava subito a far parte del mondo del lavoro. Con la crescita dell'istruzione, che avviene in Italia, soprattutto a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, un numero sempre più alto di giovani proveniente da tutte le classi sociali comincia a frequentare la scuola: negli anni '50 c'è il boom della scuola media, nel '60 e '70, quello dei licei e degli istituti tecnici e, in misura più limitata, dell 'università. L'ingresso nel mondo del lavoro viene quindi ritardato per un numero crescente di giovani: la scuola costituisce, per loro, un'importante occasione di con
tatto, di socializzazione e di scambio che prima non esisteva; essi si trovano in una condizione di particolare libertà, sia pure transitoria: non sono più soggetti alla famiglia e non sono ancora soggetti al lavoro. Essi tendono ad esprimere perciò, in forma collettiva, bisogni, idèe, modi di pensare che sono diversi dalla società adulta. Questo processo è andato ancora avanti: oggi è evidente che i giovani costituiscono, per molti aspetti, un gruppo sociale a sè stante, abbastanza omogeneo, che ha certi segni distintivi, si veste in un certo modo, ascolta certa musica, ecc. Questo fenomeno, che allora stava nascendo, non spiega da solo la nascita dei movimenti degli anni Sessanta, ma ne è un importante presupposto.
Un secondo aspetto va tenuto presente. I 20 anni che erano trascorsi dalla fine della guerra avevano rappresentato il trionfo della società industriale in America e in Europa: c'era stato uno sviluppo economico continuo e senza precedenti; non c'erano più state guerre all'interno dei paesi industrializzati. [ ... ]
Il trionfo della società industriale portava con sè alcune grandi certezze. Prima di tutto essa offriva la certezza del progresso, attraverso lo sviluppo della tecnologia; si diffondeva cioè l'idea che con la crescita inarrestabile della scienza e della tecnica gli uomini sarebbero stati progressivamente liberati dalla fatica e che tutti i problemi dell'umanità sarebbero stati risolti.
In secondo luogo la società industriale sembrava in grado di promettere la distribuzione del benessere per tutti, attraverso i consumi. Le automobili, i televisori, gli elettrodomestici cominciavano a diventare alla portata di tutti, creando condizioni generali di vita che fino a pochi decenni prima erano del tutto impensabili.
Infine la società industriale prometteva la massima realizzazione della democrazia: essa offriva a tutti i cittadini, ricchi e poveri, capitalisti e operai, il diritto di eleggere i propri governanti e si presentava perciò come una società basata sul consenso e non sulla violenza.
Ma questa visione ottimistica, a un certo punto, ha cominciato a venire meno; quelle certezze hanno cominciato a vacillare. In tutto il mondo, soprattutto tra i giovani, ha cominciato a diffondersi una profonda sfiducia sul fatto che la società industriale fosse in grado di realizzare effettivamente quel progresso, quel benessere, quella democrazia che essa prometteva. [ ... ]
Accanto alle grandi manifestazioni (contro la guerra nel Vietnam, contro l'apartheid) si diffondono, tra i giovani, anche altri fenomeni di rifiuto dei valori dominanti nella società: per esempio gli hippies in America decidono di "tirarsi fuori" dalla società adulta, competitiva e produttiva e di vivere secondo regole basate sulla fratellanza, la solidarietà, l'amore. "Make love, not war", "fate l'amore e non fate la guerra" è lo slogan pacifista di quegli anni, che mostra la contrapposizione tra i valori della società adulta e quelli che si affermano tra i giovani. [ ... ]
Un aspetto importante della cultura del '68, che si manifesta nelle occupazioni delle università, è l'idea che il movimento non debba chiedere qualcosa alle autorità ma che debbba agire direttamente per modificare la situazione esistente: non quindi un movimento rivendicativo, ma un movimento di contestazione, di
critica, di azione diretta. Far parte del movimento significa agire in prima persona, impegnarsi direttamente per cambiare le cose: non viene riconosciuto nessun diritto di parola a chi non è presente, agli apatici, ai disimpegnati.
Ciò comporta una critica a fondo della democrazia rappresentativa su cui si basano le società contemporanee. Alla democrazia basata sulla delega, viene contrapposta una democrazia basata sulla partecipazione. Democrazia non significa delegare a propri rappresentanti il potere di decidere, ma discutere e agire insieme, collettivamente. Il luogo in cui si realizza tale forma di democrazia è, all'interno del movimento, quello dell'assemblea generale, dove i partecipanti non si limitano a depositare la scheda in un 'urna, ma discutono tra di loro, vagliano le proposte alternative, discutono insieme.
[ ... ] Questa trasformazione investe tanto gli aspetti più secondari, come il modo di vestirsi (nelle università era d'obbligo prima del '68 presentarsi in giacca e cravatta, secondo uno stile omogeneo, grigio e formale), quanto quelli più importanti: la partecipazione al movimento implica spesso rotture anche aspre con le famiglie, l'uscita di casa, il tentativo di creare, anche nella vita quotidiana, relazioni comunitarie con i "compagni", rompere con l'isolamento individualistico della società borghese. Non si tratta soltanto di una lotta contro il potere, ma anche di un processo di trasformazione di se stessi, che ha segnato profondamente molti di noi anche nelle scelte di vita, di militanza e di lavoro per tutti gli anni successivi." (Luigi Bobbio, Il movimento del 1968 nell'università, in AA.VV., Cinque lezioni sul Sessantotto, Dossier di RS, Torino, 1987).

ESERCIZIO 20
Sottolinea le caratteristiche connesse alla società industriale degli anni Sessanta.

ESERCIZIO 21
Dì se le seguenti affermazioni sono vere o false (Metti una crocetta su V o F)
a) il movimento del '68 si basa sulla democrazia diretta
V - F
b) il movimento del '68 si contrapppone alla democrazia basata sulla delega V - F
c) il movimento del '68 è riformista V - F
d) il luogo di elaborazione del movimento del '68 è l'assemblea generale V - F

ESERCIZIO 22
Il modo di intendere la democrazia dei giovani sessantottini, secondo te, è in accordo con la Costituzione (Cfr. artt. 1, 48, 75)? Se sì, quali differenze noti? (Rispondi per iscritto motivando la tua risposta)

ESERCIZIO 23
Che cosa ritieni sia ancora valido oggi delle ri
chieste del movimento del '68? (Rispondi per iscritto)

DOCUMENTO 10

"[ ... ] Il fenomeno dell '''adolescenza lunga" interessa tutto l'Occidente ma assume in Italia dimensioni assolutamente sconosciute nelle altre realtà europee. La caratteristica distintiva principale del nostro paese, rispetto alle altre nazioni industrializzate, sembra essere proprio questa: l' 80% dei giovani italiani tra i 15 e i 29 anni vive in famiglia e, fra i ventinovenni, circa la metà dei maschi e più di un quarto delle giovani donne vivono ancora con i propri genitori (Cavalli, De Lillo 1993).
Il fenomeno descritto assume notevole interesse in quanto influenza la strutttura stessa della famiglia, e incide sui rapporti che in essa si intrecciano da un lato e sulla concezione stessa dell'età adulta dall'altro.
Sono state proposte interpretazioni diverse, forse solo apparentemente contrastanti, del tipo di rapporti che si instaurano quando i figli già adulti vivono in famiglia.
La prima intende la "famiglia lunga" come un luogo opprimente dove i giovani sperimentano una condizione di dipendenza e di subalternità affettiva nei confronti dei genitori che, proteggendo i figli in un abbraccio caldo e soffocante, impediscono loro di individuarsi e di separarsi, di "vedere" il proprio futuro e di costruirlo. La condizione del giovane adulto che vive nalla casa "di procreazione" sarebbe allora quella di un eterno bambino, che non si assume gli oneri e gli onori che l'autonomia porta con sè in quanto invischiato in relazioni totalizzanti ed onnipervasive.
La seconda interpretazione vede questo fenomeno come l'effetto di un processo di democratizzazione e modernizzazione della famiglia italiana. La descrizione delle relazioni familiari muta radicalmente, siamo di fronte a figli che godono all'interno della famiglia di spazi di autonomia assai ampia, di un rispetto e di una
privacy sconosciute alle generazioni precedenti. Si tratta di situazioni dove le differenze generazionali si attenuano, in cui i genitori e i figli vivono all'interno di una sorta di "patto fraterno" che consente relazioni paritetiche. In questo caso la separazione dai genitori sarebbe rimandata sine die non tanto in quanto segnata dalla colpa e dalla paura ma piuttosto perchè la dimensione del conflitto, quale motore fondamentale dell'autonomia, sarebbe assai attenuata se non assente. All'autonomia dalla famiglia viene così contrapposta l' autonomia nella famiglia. Le due spiegazioni sono solo apparentemente antinomiche. [ ... ]
I giovani sembrano quindi sperimentare contemporaneamente desideri di protezione e di appartenenza da un lato e desideri di esplorazione e di autonomia dall'altro. Una condizione naturale in adolescenza, ma oggi il secondo polo, quello dell'autonomia, connotato con meno urgenza, per molti si è sbiadito.
E' così che i figli con un lavoro stabile, con una relazione sentimentale ormai consolidata e con una casa propria bella come quella dei genitori, magari ubicata nello stesso quartiere, decidono di sposarsi e di andarsene ma sentono di non poterIo fare perché la madre e il padre sono ormai anziani e soffrirebbero troppo per la separazione. Allora, pur non desistendo dall'impresa, ormai datata, della propria autonomizzazione, rimandano ancora per qualche tempo il momento della separazione, per vedere come vanno le cose, senza troppi conflitti ma ormai forse anche senza grandi passioni." (Elena Rosci, Le lunghe adolescenze dell 'Italia oggi, in Stato dell'Italia, a cura di Paul Ginsborg, Milano, Il Saggiatore, B. Mondadori, 1994, pp. 301-303).

ESERCIZIO 24
Da qualche decennio la conflittualità sembra
scemare: leggi attentamente il documento e completa la seguente tabella sulle due interpretazioni della famiglia lunga:

  Autonomia dalla famiglia Autonomia nella famiglia
Condizione dei figli
 
Comportamento dei genitori    
Conseguenze del comportamento di
figli e genitori
   
Tipo di relazione nella famiglia    


DOCUMENTO 11

"l .. ] "No Future", nessun futuro, lo slogan apoca!ittico che aveva dominato il mondo giovanile alla fine degli anni settanta, in Italia si era intrecciato con la diffusa militanza politica, dando vita a quell' esperienza a suo modo unica di contaminazione fra innovazione linguistica e radicalismo poltico passato alla storia come "movimento del '77". All'inizio degli anni ottanta, questo quadro appare già completamente trasfigurato. Terminato con una secca sconfitta il decennio di rivolta 1968-78, la sperimentazione linguistica e culturale abbandona i lidi della politica per indirizzarsi univocamente verso quelli dell'avanguardia espressiva. Il mondo giovanile si fa così laboratorio permanente da cui escono gli stili che segneranno il decennio: "nonsense" demenziale, visionarietà apocalittica, primato della satira, gusto delle citazioni, frammentazione del racconto, patchwork di stili diversi. [ ... ]
Ma la produzione culturale, per quanto determinante, riguarda in prima persona solo una minoranza di giovani. Venuto meno il vincolo della politica, l'universo giovanile anni ottanta esplode e si divide in gmppi tra loro non comunicanti.! cosidetti "paninari" incarnano al meglio illook e lo stile di giovani che ingannano il tempo tra discoteche e ricerca di lavoro, miraggio di folgoranti carriere yuppie e cura dell'abbigliamento.
[ ... ] Restano invece escluse da qualsiasi circuito ufficiale, ma non certo dalla realtà degli adolescenti le sottoculture hooligans, i circoli delle tifoserie presenti in tutte le principali città. Violente, spesso attraversate da ventate razziste, le sottoculture calcistiche raccolgono tutta la carica di fmstrazione, rabbia e insoddisfazione che negli anni settanta si era parzialmente incanalata nella militanza politica. Divise all'inizio in tifesorie di destra o di sinistra a seconda della squadra del cuore, gli ultrà si sono tutti caratterizzati nel corso degli anni ottanta come tendenzialmente di destra.
Sul finire del decennio la tendenza s'inverte d'improvviso. Gli anni d'oro della telelevisione sono terminati. Le reti private, ormai affermate, non hanno più bisogno di pescare freneticamente nei laboratori giovanili. La crisi bussa alle porte, ed impone tagli drastici alla produzione. La nuova onda della ricerca giovanile parte ancora una volta dall'innovazione tecnologica, non più i computer ma la virtual reality, tecnologia ancora in fase sperimentale che trasforma lo spettatore in attore, offrendogli l'illusione di vivere nella realtà trasmessa dagli schermi.
[ ... ] In Italia il fenomeno "cyberpunk" viene ripreso da alcuni centri sociali, in particolare quello milanese di Conchetta, che ne coniugano le suggestioni ipertecnologiche con un più classico radicalismo politico.
[ ... ] Ma il "cyberpunk" esaurisce solo in parte l'attività dei centri sociali che, nati alla fine degli anni settanta e moltiplicati si nel decennio successivo, rappresentano una delle poche realtà collettive giovanili presenti nei primi anni novanta.
Sebbene caratterizzate principalmente dall'estremismo politico operano essenzialmente sul piano della produzione e del consumo culturale, in primo luogo musicale ma non solo. Nei centri viene riadattato alla realtà italiana il rap dei ghetti americani. [ ... ] Infine, anche in Italia, come nel resto d'Europa, sono comparsi negli ultimi annni gli skinheads gmppo sottoculturale razzista e fascista nato nell'Inghilterra degli anni sessanta.
Le "teste rasate", spesso ultrà legati alle tifoserie più violente degli stadi, hanno in parte aderito all'inizio di questo decennio a formazioni neonaziste, come il Movimento politico, sciolte nel 1993 per ordine del ministero degli interni." (Andrea Colombo, La cultura giovani/e: dalla tv alla realtà virtuale
, in Stato dell'Italia, cit., pp. 609-610).

ESERCIZIO 25
Sottolinea la definizione del "movimento del 77".

ESERCIZIO 26
Dove si rifugiano i giovani dopo la sconfitta del decennio di rivolta '68-77? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 27
Parla del rapporto cyberpunk e gruppi sociali.

ESERCIZIO 28
Chi sono gli skinheads? (Rispondi per iscritto)

ESERCIZIO 29
Scrivi un breve testo argomentativo sul tuo gruppo di amici e sui vostri interessi.

ESERCIZIO 30
Tenendo conto di quanto letto compila la tabella attribuendo rispettivamente al padre o alla madre le seguenti caratteristiche: intellettive, affettive, di socializzazione, di autorevolezza, di mediazione dei conflitti, di maggior dialogo, di autoritarismo, di intolleranza, di violenza, di autorità politica, di autorità morale.

Padre
Madre
   
   
   
   
   


• ESERCIZIO 31
La Costituzione parla esplicitamente in taluni articoli (art.37) dei diritti dei giovani; in altri (artt. 17, 18, 19,21,49,50) questi sono contenuti implicitamente; in altri ancora (art.3) per omissione sancisce una differenza giuridica tra adulti e minori; tale differenza che si fonda sul presupposto che col raggiungimento di una determinata età l'individuo diventa responsabile delle proprie scelte è anche una tutela per i minori. Secondo te, dal momento che si parla insistentemente di revisione della Costituzione, sarebbe opportuno modificare gli articoli riguardanti i giovani? Motiva la tua risposta scrivendo un testo argomentativo che tenga conto dei seguenti aspetti: soggettività dei giovani, opinione dei giovani sulla famiglia, atteggiamento della famiglia e della società nei confronti dei giovani, importanza della parità nel diritto riferito ai giovani, altri diritti del cittadino per i giovani.

 

I DOCUMENTI SONO TRATTI DA:

AA.VV., Le donne e la Costituzione, Roma, Camera dei Deputati, 1989.

Anna APPARI, Il nodo della legislazione familiare, in AA.VV., Il Parlamento italiano 1861-1992, voi XIV, Milano, Nuova Cei, 1988.

Luigi BOBBIO, Il movimento del 1968 nell'università, in AA.VV., Cinque lezioni sul Sessantotto, Dossier di Rs, Torino, 1987.

Omar CALABRESE, Appunti per una storia dei giovani in Italia, in AA.VV., La vita privata. /I Novecento, Bari, Laterza, 1988.

Censis, 28° rapporto sulla situazione sociale del paese. 1994, Milano, Franco Angeli, 1995.

Andrea COLOMBO, La cultura giovanile: dalla tv alla realtà virtuale, in Stato dell'Italia, a cura di Paul Ginsborg, Milano, Il Saggiatore, B. Mondadori, 1994.

Anna FRANK, Diario, Torino, Einaudi, 1954.

Gavino LEDDA, Padre padrone. L'educazione di un pastore, Milano, Feltrinelli, 1975.

Efisio LOI, Il tempo delle mele in Alessandria, in "La provincia di Alessandria", n. 4,1983. Paola MILANI, Progetto genitori, Milano, Erickson, 1993.

Orazio Maria PETRACCA, Il referendum sul divorzio, in AA.VV., /I Parlamento Italiano 1861-1992, voI. XXI, Milano, Nuova Cei, 1988.

Bruno PRIMICERIO, Infanzia e gioventù, in AA.VV., Enciclopedia del diritto, voI. XXI, Varese, Giuffrè, 1967.

Bruno PRIMICERIO, Maternità (diritto amministrativo), in AA.VV., Enciclopedia del diritto, voi XXV, Varese, Giuttrè, 1967.

Elena ROSCI, Le lunghe adolescenze dell'Italia d'oggi, in Stato dell'Italia, a cura di Paul Ginsborg, Milano, Il Saggiatore, B. Mondadori, 1994.

Chiara SARACENO, Diritti relazionali e conflitti etici. Riflessioni su famiglia, adozione, affido, in "Memoria", n. 26,1990.

Domenico SOPRANO, La maternità fascista nell'Italia imperiale. Conferenza tenuta alla Sezione di Alessandria dell'Istituto Nazionale di Cultura Fascista il 2 febbraio 1937 - XV, in "Alexandria", anno V, N. 2.

Anna SQUASSABIA, Diario, in A. Fattori, F. Roncoroni, M. Sboarina, Lo spazio del testo, Milano, Arnoldo Mondadori, 1995.

Giglia TEDESCO, Tra emancipazione e liberazione. L'UDI negli anni Sessanta, in AA.VV., Esperienza storica femminile nell'età moderna e contemporanea, parte II, Roma, Unione Donne Italiane, Circolo La Goccia, 1988.

Igino VERGNANO, Questa grande umanità. Corso di educazione civica, Torino, Paravia, 1992.


LEGGI

Legge 1 luglio 1970, n. 898, Divorzio.

Legge 22 marzo 1978, n. 194, Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza.

Legge 4 maggio 1983, n. 184, Discipina dell'adozione e dell'affidamento dei minori.


 

 

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